Dal Vangelo secondo Giovanni

Dal Vangelo secondo Giovanni

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

In ognuno di noi vive un Giuda, che storicamente era uno zelota, cioè un combattente che voleva cacciare i romani e li odiava. Giuda in Gesù aveva visto una possibilità di riscatto contro i romani, un nuovo re che poteva

essere utile alla causa. L’errore di Giuda è stato quello di voler adattare la missione di Gesù nei suoi progetti personali. Noi stessi spessissimo, cerchiamo di adattare la nostra fede nelle nostre cose. Siamo fedeli fino a quando ci conviene, fino a quando le cose ci fanno fare bella figura, ma ci fermiamo quando vengono toccati i nostri interessi personali o quando dobbiamo metterci la faccia. Povero Giuda, credeva di fare una cosa buona, eppure ha usato Gesù per i suoi piani e ha lasciato usare Gesù per gli interessi del Sinedrio. Ogni errore, ogni cattiva testimonianza partorisce altri errori. Eppure questo Vangelo inizia con Giuda che ESCE, non ci sono parole di accusa verso di lui, nessuna condanna, ma gloria. Significa che l’amore di Gesù verso l’uomo è davvero senza limiti, va oltre l’offesa e il tradimento è sempre teso al perdono ed alla riconciliazione. Quello che siamo Dio lo conosce bene, fin dove possiamo arrivare è altrettanto chiaro, ma noi non vogliamo comprendere che siamo stati scelti esattamente per quello che siamo, da qualsiasi caduta ci si può rialzare. I nostri sensi di colpa, i nostri nascosti vergognosi, sono una tentazione diabolica che ci blocca e non ci fa vivere da FIGLI di DIO. E’ di questo amore che dovremmo amarci, quello che vede nell’altro nemico, traditore, sempre la motivazione buona dei suoi atti, dare sempre una possibilità per rialzarsi. Noi non possiamo amare di un amore diverso da questo. Ed allora quanto grave è per noi cristiani cattolici, crederci discepoli e poi non testimoniare l’amore. L’unico metro per riconoscere un discepolo di Gesù è “se avete amore gli uni per gli altri”. A cosa serve fare centinaia di servizi parrocchiali, processioni, darsi un’apparenza di buonismo se poi nella vita si è egoisti, si pensa solo ai propri interessi al proprio buon nome e non si è capaci di amare e di aiutare l’altro? Chi è di Cristo si vede, irradia gioia, amore e la gente sa riconoscere chi ama davvero, perché l’amore attira e non allontana nessuno. Genoveffa Tuccillo

 

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