Cosa c’è dietro la politica? Dalla “cacciata” di Carfora al futuro di Casoria

Lunga è stata la diatriba tra il Sindaco “dissidente” e Tommaso Casillo. Un Sindaco scelto dalla sezione Angelo Vassallo, all’epoca con sede in via San Pietro, su suggerimento di Mimmo Tuccillo, oggi Sindaco di Afragola;  fu scelto contro Casillo che, in busta chiusa, aveva suggerito Mariano Russo o Giulio Russo o Enzo Cafarelli. Corsi e ricorsi storici direbbe Gian Battista Vico: già successe qualche anno prima: “abbiamo vinto: Giosuè De Rosa è un Sindaco cattolico popolare. Lo abbiamo scelto per sconfiggere i disegni laico socialisti di Tommaso Casillo”, mi dicevano i compagni di Rifondazione Comunista, diventati poi Sinistra Critica.

 

Avete ed abbiamo visto come è andata a finire, sia con Giosuè che con Enzo Carfora, la “brava persona e serio professionista” che ha vinto proprio perché insieme ai suoi partners ha tenuto nascosto per tutta la sua campagna elettorale Tommaso Casillo. L’ex Senatore ha ribadito nella sua conferenza stampa, in stretto linguaggio afragolese: “a giarra si è dammata!”, facendo capire che proprio i rapporti tra i due, mai netti e chiari, sono stati la causa principale della “cacciata” dal primo piano di Palazzo di Città del Sindaco che solo 4 anni prima, proprio lui, l’ex Senatore sosteneva che il merito della vittoria era dovuto alle capacità morali di  Carfora.

Rimaniamo a casa nostra: i consiglieri comunali vanno dal Notaio, firmano le dimissioni e ottengono un ordine di servizio di trasferimento del Sindaco di Casoria dalla poltrona del primo piano al divano di casa sua: “non in linea con Tommaso Casillo” è la motivazione che mi hanno confidato gli amici Capano, Cerbone,  Boemio e altri e vanno a casa, invece, anche Del Prete, Marchetti, Marino e Cortese: “troppo filo Carfora”, dicevano i loro avversari politici; anche la politica si adegua ai tempi. Alle 19,10 di un  piovoso giovedì di agosto il ritardo di alcuni di essi fece rinviare una seduta che aveva all’ordine del giorno il bilancio, tanto caro al Sindaco e procurava tanti disagi. Ho visto nascere la polemica tra Carfora e Casillo, tra gli apini dissidenti e l’ex Senatore, tra i democrat che stanno con Carfora e quelli del gruppo consiliare, tra quelli favorevoli a rimanere in consiglio comunale e quelli che capirono che questa esperienza politica era finita da tempo.

Quella volta, ad agosto, hanno addirittura disertato il Consiglio Comunale. Sembrava vero per davvero. Era, ancora una volta, tutto un recito, tutto un finto. Sarebbe stato preferibile argomentare i motivi della polemica in maniera meno capziosa e con enunciazioni più chiare. Quando si argomenta su mancanza di numero legale o di dimissioni davanti un Notaio è difficile trovare consensi. La gente, che non sa dell’Amministrazione Comunale, è portata a fare facile ironia contro questi gestori di milioni di euro delle casse comunali e cittadine. Va, ogni tanto ricordato, che l’Ente Comune è il polmone finanziario dell’Azienda più grande di questa Città. Il Consiglio Comunale che ha funzioni di ispezione e di controllo dovrebbe tutelare anche i diritti dei più deboli, cioè di quei cittadini che non sono assistiti dalla sorte o che non hanno rapporti di amicizie, parentele, fidanzamenti con consiglieri comunali o assessori ed hanno, invece, i problemi dei metalmeccanici o degli impiegati di basso reddito. La politica affascina i suoi attori, ma dietro questi personaggi celebrati dal voto devono rappresentare, per delega popolare e per il giuramento di servizio fatto al momento dell’insediamento, gli sfruttati e i diseredati e non solo, ma anche studenti e professionisti.

Ha ragione l’opposizione. Sbagliano, però, gli ex democristiani seduti nei banchi della minoranza quando dimenticano che anche loro, con il proprio comportamento politico ed amministrativo, con il loro passato, con le loro alleanze e con le loro coalizioni, hanno contribuito a creare il dissesto. In una democrazia è importante il ruolo dell’opposizione: la denuncia salvaguarda i diritti del popolo.

Bisogna continuamente battersi contro i superpagamenti dei tecnici chiamati dall’esterno, contro le costruzioni abusive, contro gli sperperi.

Se oggi la Città di Casoria è sull’orlo del crac, la colpa non è certo solo di Vincenzo Carfora e di Tommaso Casillo o solo dei dirigenti, da tanti ritenuti inetti; lo è anche per l’ingordigia di chi ha gestito la cosa pubblica negli ultimi trenta anni, e per l’incapacità di recepire nozioni elementari di economia. Troppo facile giustificarsi, dicendo: è il sistema.

Polizio è da trentadue anni acerrimo nemico di Casillo. Le dimissioni dei consiglieri comunali è legata a ragioni profonde e lontane: la sfiducia verso l’uomo; la richiesta, inascoltata, di avere voce in capitolo; le continue prese in giro. Polizio non stima Casillo e vorrebbe abbatterlo. Non riesce, purtroppo per lui, a trovare alleati. Vorrebbe creare l’alternativa democratica alla coalizione che sta allestendo Casillo con le forze di centro e cioè Udc, Pd, Forza Italia, Ncd, Fratelli d’Italia. Tenendo fuori Sinistra Critica e M5S. Il Sindaco di questa alternativa democratica è da ricercare ed anche difficile da trovare.

Nel mentre si pensa al futuro ritorna in mente il passato. Al momento dell’investitura, appena eletto, Carfora disse a Casillo: “da oggi farò gli interessi della mia Città”. Non sapeva che non aveva il carattere per mantenere fede a quell’impegno. Ha dovuto constatare che è duro mantenere gli impegni, dichiarando nel suo comunicato che consiglieri comunali hanno ricevuto premi per se stessi, i loro amici, parenti, nipoti e fidanzate.

Dove erano gli altri? Dove erano gli oppositori? Oggi la soluzione non è facile: le coalizioni politiche che si scanneranno per impossessarsi di un’Azienda che ha seri e gravi problemi sia economici che organizzativi sono svuotate di potere e popolate da tanti delatori.

Casillo, adesso, tenterà di allearsi con nuovi compagni e bisogna riconoscergli una verve trasformistica. Ha ammansito i politici nemici, ha accontentato critici una volta pilotati, chiede la simpatia ad alcuni rivali. Per salvarsi il neo consigliere regionale ed arrivare all’appuntamento elettorale delle amministrative in primavera, ha bisogno di approntare un progetto nuovo per il Comune. Dovrà presentarsi ad un’altra sua ultima occasione. Se perde (gli è successo una volta sola, in ballottaggio contro Stefano Ferrara, quello che gli gridò: “posa la tessera d’identità e vai via da Casoria”, causa una fronda interna capeggiata, allora, dal ragazzo, oggi a lui più fedele, e da altri, a quell’epoca, a lui molto fedeli), e con lui i ribaltonisti uscenti, potrà sempre fare solo ed unicamente il consigliere regionale.

Piacerebbe, invece, a noi di questa testata conoscere la posizione di Casillo e del suo gruppo su Casoria Ambiente e sullo strano disegno delle aree dismesse; ci piacerebbe che in una conferenza stampa, ci raccontasse chi le ha comprate e perché.

Un’altra curiosità: passando per via San Mauro salta all’occhio lo stato di abbandono del palazzo dove è vissuto il Cardinale Alfonso Castaldo, diventato, poi, Arcivescovo di Napoli. Cosa ne avverrà? Casillo che ne pensa?

Spieghiamo ai guelfi e ghibellini casoriani che non è con le alleanze o le guerre fratricide che la Città troverà il suo decollo.

Servono uomini veri e programmi seri. Non vi ho parlato della camorra? Avete ragione: è il vero cancro che attanaglia Casoria e dintorni. C’è ma non si vede. Colletti bianchi coprono la cupola blindandola. Sono impegnati nell’alta finanza, nell’edilizia e nei servizi. La micro delinquenza gli appartiene.

Un consiglio: Proiettate nelle sale delle scuole o nelle sagrestie di questa Città il bellissimo film di Roberto Faenza “Sotto il Sole”. Parla di Don Puglisi.

“Fate il vostro dovere e non abbiate paura” dice il Papa venuto da un Paese tanto lontano.

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