NAPOLI – Si è tenuta nella mattinata di sabato 13 maggio 2017, in occasione del Maggio Napoletano, l’edizione zero di Mercato ad Arte, iniziativa organizzata da Laura Bufano e promossa da ‘ANTICHE BOTTEGHE TESSILI’. Parallelamente è stata promossa la XII Estemporanea di pittura con Piazza Mercato e Borgo Sant’Eligio come protagonisti.
L’iniziativa ‘Mercato ad Arte’ ha l’obiettivo di promuovere le energie creative della città, permettendo agli artisti aderenti di presentare a passanti, cittadini e turisti, i loro lavori. Claudio Pellone è presidente delle ‘ANTICHE BOTTEGHE TESSILI’ ed è entusiasta per il grande successo del progetto. “Noi siamo un Centro Commerciale Naturale – spiega – e significa che abbiamo preso a cuore l’idea di far rivivere il commercio e l’artigianato all’interno di un ambiente storico, rilanciandolo dal punto di vista culturale”.
L’arte in che modo si collega all’idea?
“Nella responsabilità di rappresentare il luogo e la sua identità nasce il collegamento con l’arte, che diventa un mezzo per valorizzare il quartiere. Il punto di vista culturale è una leva importante, il quartiere non deve essere non vivo e deve invece parlare al resto della città e delle proporre iniziative di vario genere”.
Piazza Mercato è protagonista dell’iniziativa e non solo corniche….
“Cerchiamo nel nostro piccolo di essere dei promotori e degli organizzatori. Facciamo un gruppo di lavoro assieme a scuole e associazioni del territorio. L’estemporanea di pittura da dodici anni si fa sul quartiere ed è promossa da una delle associazioni storiche, ‘Associazione Storico Borgo Sant’Eligio’. Abbiamo pensato a Piazza Mercato perché sono iniziative che attirano centinaia di artisti, sul fronte figurativo non siamo secondi a nessuno, e quello ci sembra il luogo più giusto”.
Consiglieresti la promozione di iniziative simili in tanti altri quartieri?
“Decisamente sì. Un evento del genere diventa un dialogo con le istituzioni ed esprime l’amore dei cittadini per il territorio. Io penso sempre che il territorio propone e l’amministrazione facilita, quest’ultima dovrebbe essere il luogo attento dell’ascolto per cui guardando le necessitò economiche, sociali e culturali riesce a interpretare le esigenze della gente. Se non ci sono le risorse economiche per sostenere ci sta tanto lavoro logistico per far sì che le cose accadano. Napoli è una macchina molto complicata, certe volte abbiamo risposte importanti, altre volte abbiamo più difficoltà, ma siamo sempre sul pezzo e non ci abbattiamo. Vogliamo che il quartiere abbia una sua identità che sia leggibile”.
Napoli è una città ricca di monumenti, ma in che modo i cittadini, al di là delle figure istituzionali, possono fare di più per la città?
“Il lavoro non è semplicissimo. Dovrebbero non abituarsi allo stato delle cose. Soltanto creando una coesione con qualcosa che non va possiamo affrontarla per creare una situazione migliore. Una chiesa ad esempio chiusa dall’anno del terremoto non è sostenibile se si pensa a Napoli come a una città piena di turisti. Solo l’osservazione e l’amore per il territorio permette di indicare ciò che non va, tutto parte dalla voglia di reagire”.
Emilia Sensale