I cittadini di Arpino si rassegnino. Il fetore continuerà

Abbiamo raccolto le continue ed incessanti lamentele di alcuni cittadini di una zona periferica del casoriano. Torniamo a parlare di Arpino. Non è la prima volta che affrontiamo l’argomento, tasto dolente, che vede nuovamente protagonista la discussa sede dell’autoparco di Casoria ambiente, situata in Via Ventotene. Dopo l’incontro di questo pomeriggio con l’assessore Pietro D’Anna e con l’Ing. Antonio Isoldo, annunciamo a malincuore che non sarà neppure l’ultima volta che tratteremo la questione. In data 6 giugno la nostra testata già dava voce agli utenti della zona che lamentavano del loro mancato diritto a respirare e ci si domandava con notevole preoccupazione cosa sarebbe accaduto con l’arrivo del caldo ( http://www.casoriadue.it/arpino-ci-tolto-diritto-respirare/ ). Ebbene, la stagione estiva è arrivata con tutta la sua più prepotente calura. A ricordarlo non sono solo le fotografie in spiaggia postate sui social dagli amici, ma anche e purtroppo i molteplici incendi sul territorio, dolosi e non, primo fra tutti quello che interessa da troppi giorni il nostro amato Vesuvio. Volgendo lo sguardo all’hinterland casoriano non possiamo non notare la manciata abbandonata degli abitanti della frazione di Arpino, che si presta ( controvoglia) ad essere considerata sempre più marcatamente emblema di una Casoria di serie C e vive ancora una condizione tanto vergognosa quanto preoccupante: per la seconda estate consecutiva, tappati in casa a causa del cattivo odore emanato dalle camionette della spazzatura parcheggiate ad un passo dalle loro abitazioni, diversamente costretti a respirare giorno e notte le stesse maleodoranti e nocive esalazioni. Accogliamo nuovamente la tenace segnalazione del problema e solleviamo nuove domande: Che fine ha fatto il diritto alla salute proclamato dalla Costituzione italiana? La città di Casoria è forse immune al rispetto delle norme costituzionali? E’ normale che una tale struttura sia stata messa così vicina a delle abitazioni private? La legge consente queste distanze? Perché i cittadini devono essere costretti a barricarsi in casa coi condizionatori accesi ( oltre al gradevole fresco artificiale sono dannosi per la salute ed hanno un costo elevato)? Chi volesse andar via da questo schifo vendendo casa non potrebbe farlo perché la vedrebbe svalutata ( chi andrebbe a vivere nei pressi di una specie di discarica a cielo aperto?). Questi interrogativi e le numerose perplessità di chi proprio non ce la fa più sono state esposte a chi di dovere. Le risposte sono arrivate, eccome! Ci è stato detto che quasi certamente il problema del cattivo odore, specialmente in questi torridi giorni di luglio, è stato provocato dal cattivo funzionamento delle fogne, a cui però si è ovviato effettuando ben due espurghi in meno di una settimana. Ci è stato poi spiegato che le camionette vengono generalmente lavate, due/tre al giorno a rotazione in una settimana con tutte quelle presenti nell’ampio parcheggio, e che, data la problematicità della situazione è stato garantito l’incremento del lavaggio delle camionette maleodoranti, che passerà dalle due/tre al giorno fino ad una in più, nonché della maggior pulizia del piazzale. Per quanto riguarda l’ambiguità della collocazione dell’autoparco, essendo loro affittuari dovranno rispettare i termini del contratto ma che nel frattempo si attendono i tempi di creazione ex novo di un’area maggiormente idonea allo scopo, comprendente anche un’isola ecologica, nei pressi di Via Lufrano. Tempi di attesa stimati: dai sei mesi, forse otto… quasi un anno, chiusa per un anno e mezzo. In attesa di aggiornamenti, si spera positivi, si chiede al limitrofe vicinato di avere un pochino di pazienza in più.  Per il momento non ci sbilanciamo ulteriormente ma una sola valutazione vogliamo lasciarla. Non è giusto che vivere in periferia debba diventare sinonimo di un così squallido degrado!

 

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