Cibi sicuri o cibi inquinati. Alimenti Industrializzati: sono dannosi?

Poter assaporare un alimento privo di additivi è quasi impossibile. Sono pochi gli alimenti a cui non é consentito addizionare alcun additivo (latte fresco pastorizzato, olio vergine di oliva, yogurt al naturale, zucchero, miele e paste alimentari secche). La normativa italiana specifica che gli additivi alimentari devono essere utilizzati ad una dose non superiore a quella necessaria, “quanto basta” per raggiungere lo scopo prefissato anche nei casi in cui non sia stabilita una dose massima per il loro impiego. Sono pochi gli alimenti a cui non é consentito addizionare alcun additivo (latte fresco pastorizzato, olio vergine di oliva, yogurt al naturale, zucchero, miele e paste alimentari secche). Esistono diversi tipi di additivi, ed ognuno con funzioni diverse. Poiché  tutte le sostanze, anche quelle più comuni e sicure, possono essere tossiche se usate in eccesso,   di ciascun additivo viene valutata l’eventuale tossicità acuta, quella a

breve termine (15-30 giorni), a medio termine (30-90 giorni)  e quella cronica. E’ importante  stabilire la dose giornaliera accettabile (DGA) e ricavare, in base a questa, la quantità massima di additivo che un alimento può contenere. Inoltre non sottovalutiamo la necessità di  verificare che gli additivi non interagiscano tra loro o con i componenti dell’alimento stesso , poiché si possono formare  composti pericolosi per la salute. Un esempio ci è dato dai nitriti che, reagendo con le ammine secondarie presenti nell’alimento, danno origine alle nitrosammine, sostanze cangerogene. Anche i prodotti del metabolismo degli additivi devono essere esaminati con attenzione per evitare l’uso di prodotti che sono innocui come tali, ma che diventano tossici in seguito alle trasformazioni metaboliche che avvengono nel nostro organismo. Più un alimento è “industrializzato” maggiore è la quantità di additivi utilizzati. Quindi?  Gli additivi ci permettono di mangiare alimenti con caratteristiche gustative ed estetiche eccellenti . Ma nel tempo? Quali potrebbero essere gli effetti collaterali imprevisti? Di sicuro ci troviamo spesso di fronte a patologie “nuove” le cui cause sono sconosciute. Non ultima : la sindrome chimica multipla. Prima dei più recenti “disastri” alimentari (metanolo, diossina, atrazina, mucca pazza) i consumatori , tutti noi , eravamo indifferenti o poco sensibili . Non avevamo la minima conoscenza di quanto è dannoso un alimento industrializzato , in particolare , a lunga conservazione . Un alimento per essere dichiarato “alimento a lunga conservazione , mesi e a volte anche 18 mesi , è giocoforza prodotto con additivi alimentari che consentono , a livello visivo , di tatto e commestibilità , che il prodotto sia “idoneo per essere consumato” , cotto o tal quale. E’ un alimento fresco ? Assolutamente no . Il nostro organismo si deve quindi adattare ad assumere molecole chimiche (additivi) almeno 500 volte nell’arco della nostra vita. Puo’ un alimento a lunga conservazione essere dichiarato al 100% sicuro per la salute ? Ho i miei dubbi . Il nostro stile di vita anni 2010 ci porta a consumare pasti frugali , di ottimo sapore (additivi ), di ottima consistenza (additivi) ,di buon profumo (additivi) di bello aspetto (additivi , e poi , nel tempo si scopre che quell’alimento era responsabile di patologie gastrointestinali , epatiche , autoimmunitarie e di allergie (additivi ). E’ importante che il nostro stile di vita alimentare sia rivolto ad alimenti semplici e meno sofisticati . Alimenti NON A LUNGA CONSERVAZIONE. Sarà di certo un danno per le industrie alimentari ma almeno noi faremo prevenzione , quella vera : prevenire malattie croniche di nuova generazione. Potrei parlare per anni , tanti sono gli argomentazioni . Non voglio allarmare piu’ di tanto Voi lettori .

 

Sono a Vostra disposizione in qualità di Medico Ecologista .

dr.C.Matonti

339.3340022

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