Cè chi dice NO … ai RACCOMANDATI!

“C’è chi dice no”, titolo che richiama alla mente una nota canzone del mitico Blasco, diventa ora anche il nome del film diretto da Giambattista Avellino, protagonisti Luca Argentero (nuovo sex symbol del cinema italiano), Paola Cortellesi (reduce dai successi televisivi targati Zelig con Claudio Bisio) e il toscanaccio Paolo Ruffini (adattissimo in questo ruolo).

L’Italia, Paese del bel canto, dell’arte e dei…raccomandati!

Nulla di nuovo sullo schermo; trama facile che cerca nell’indignazione contro il baronato sociale dei figli di, dei parenti di: un fil rouge per un film che non ha lo smalto dovuto e lascia un po’ perplessi.

 

 

Tre ex compagni di classe si ritrovano a fronteggiare un sistema sociale e lavorativo che non rispetta la meritocrazia, ma che fa della “RACCOMANDAZIONE” un modus vivendi.

Ciascuno dei tre vede il proprio sogno di realizzazione professionale sfumato per l’intromissione di un nepotismo imperante. Irma, la Cortellesi, medico che al momento di dover finalmente firmare l’agognato contratto, con la mentalità della corsia preferenziale, si ritrova soppiantata dalla fidanzata australiana del primario.Samuele (Ruffini), conoscitore come pochi del diritto, intraprende la carriera universitaria con la solita gavetta di assistente/sfruttato di un barone universitario; cerca il riscatto con i vari concorsi, ma pur avendo tutte le carte in regola, arriva puntualmente alla medaglia d’argento.Poi c’è Max (Luca Argentero): anche lui, nell’ambito del giornalismo, non vede premiate le sue capacità nella scrittura.

Ed allora i tre fondano una sorta di banda alla Robin Hood, con lo scopo di togliere ai raccomandati per dare ai meritevoli…E così i tre giustizieri iniziano a tendere delle vere e proprie trappole, studiate ed organizzate per cercare di ripristinare con il loro intervento quella legge del contrappasso che la vita non sa concedere.Nulla sostanzialmente cambia, forse la legge del Verga dell’“ideale dell’ostrica” non si ribalta con tre o quattro “zingarate” toscane (essendo il film ambientato a Firenze, il riferimento non è casuale).

Un film con una pretesa maggiore che non soddisfa dovutamente le aspettative. Insomma una commedia dei buoni sentimenti con lo spirito rivoluzionario e con l’ironia giusta per sorridere sui nostri difetti.

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