Casoria, un paese di immigrati: un paese che, “invaso”, sembra aver perso la propria identità

Gli abitanti di Casoria, una buona parte almeno, non si sente casoriana. Sono napoletani e afragolesi. Gli intervistati, un piccolo campione s’intende, per le strade della città di Casoria fa evincere questo concetto.

E’ chiaro che, in quanto una generalizzazione, non può valere per tutti. Ma certamente questa è una realtà forte che ha anche una certa radice nell’espansione abitativa che negli ultimi quaranta anni ha avuto Casoria.

Iniziamo dalle cause di questa propensione, da ricercarsi soprattutto nella vicinanza sia con Napoli che con Afragola.

L’industrializzazione degli anni 60, lo sviluppo urbano della metropoli è stato accompagnato da un altrettanto forte migrazione dalle zone interne. Dalla provincia di Avellino, Benevento, di Caserta, ci si recava a Napoli per cercare qualche opportunità di lavoro. Ma Napoli, che già si riproduce di per se più che sufficientemente, non ha le strutture ricettive per ospitare i nuovi arrivati. Anzi, a stento riesce a sopportare il peso demografico dei napoletani stessi.

Ecco dunque il forte inurbamento di Napoli si espande anche verso le aree a nord e a nord – ovest. Ed i primi paesi che

incontra sul suo percorso conurbativo verso Caserta sono Casavatore e Casoria.

 

Negli anni 60 e 70 c’è il vero e proprio boom della popolazione nei paesi che circondano Napoli. Casoria, così, si ingrandisce, l’edilizia residenziale si espande tante volte senza regole e con l’aiuto delle amministrazioni locali. Casoria viene invasa dai napoletani espulsi dalla città che non li può accogliere più. Soprattutto se si pensa che dagli anni 70 a quelli 80, il costo delle abitazioni a Napoli, in fitto o in vendita, diventa inaccessibile ai più, mentre Casoria e gli altri Comuni limitrofi hanno costi più bassi e sono sempre vicini al centro.

Figli di quella generazione, i giovani casoriani intervistati si sentono spesso più napoletani che appartenenti a questa terra. Perché a loro volta sono figli di napoletani che tali si professano.

Insomma Casoria sembra più un estensione del territorio di Napoli, un sobborgo, che un paese con una propria mentalità. Una vera e propria Municipalità.

Il casoriano doc si perde tra i tanti napoletani che invadono la città, diventa un’entità sempre più rara, le tradizioni locali si perdono o si mischiano a quelle partenopee.

Un esempio significativo sta nell’accentazione del dialetto: a Casoria non ha tante cadenze differenti dal napoletano “puro”, come può valere per Afragola, Frattamaggiore, Casalnuovo o la zona di Pozzuoli.

Non c’è niente da fare: Casoria è un paese di napoletani e afragolesi. Che ciò poi sia una diffamazione, è tutto da dimostrare.

NANDO TROISE.

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