Casoria come Vedelago: un (materiale) presente da riciclare per un futuro (risorsa)

CASORIA. “Casoria come Vedelago” recitava così lo striscione esposto nella sala consiliare di Piazza Cirillo, questa mattina, per discutere del centro separazione meccanica dei rifiuti che arriva dal Trevigiano. Erano presenti: Vincenzo Carfora (Sindaco di Casoria) Tommaso Sodano (vice Sindaco di Napoli) Tignola Pasquale (Assessore all’ambiente) Gianluca Aceto (Ass.re Ambiente Benevento) e ospite d’eccezione Carla Poli (Direttrice della Vedelago S.r.l.).

A dare inizio alle danze il giornalista Paolo Borzillo nelle vesti di moderatore che rompe il ghiaccio con una citazione di Roberto Saviano: “A Napoli ci sono ragazzi di 16 anni che non hanno mai visto la loro città libera dai rifiuti” una denuncia che lascia poco

spazio alla fantasia e con lo spauracchio che sfoci in un emergenza generazionale.

 

A fare gli onori di casa è però il primo cittadino Enzo Carfora (nella foto in basso): “Ho scoperto il modello Vedelago in provincia, quando la signora Poli lo presentò. Da subito le mie intenzioni sono state quelle di esportarlo. Per far si che questo modello venga seguito so benissimo che occorre rafforzare il Porta a Porta, primo passo indispensabile, generare un sito di stoccaggio per poi procedere con lo smaltimento manuale a freddo. Dobbiamo trasformare rifiuti in risorsa per debellare in maniera definitiva il problema. Al mio arrivo l’emergenza rifiuti cavalcava l’onda piu’ alta, urgeva dunque un intervento istantaneo. Grazie al lavoro dell’Assessore Tignola qualcosa si è mosso, certo una piccola parte, Casoria produce 60 tonnellate di rifiuti al giorno e siamo a una percentuale del 45%. Coinvolgendo anche la frazione di Arpino possiamo passare da 45% a piu’ del 60%.”

L’argomento entra subito nel vivo e nel tecnico con il contributo della Dott.sa Carla Poli (nella foto in alto): “Innanzitutto non bisogna parlare di rifiuti ma di materiali, in secondo ruolo la raccolta no ha numeri percentuali, dobbiamo raccogliere tutto in un flusso differenziato, come: quello dell’umido, carta e cartone, imballaggi, ecc.. tutto destinato al recupero. L’ostacolo restava la frazione secca sono lieta di informarvi però che la fase sperimentale si è chiusa quindi anch’essa diventa riciclabile.  – perché il miracolo che Carla Poli propone si compia, infatti, è necessaria un accurata separazione dei rifiuti, ma soprattutto una raccolta differenziata che sia mirata al riciclo – per attuare l cambiamento occorre: volontà politica, regole certe, informazione non come ma perché? Cosa succede dopo? Bisogna portare nelle scuole la consapevolezza. Poi ancora: ricerca studio e sperimentazione, organizzazione della gestione infine tecnologia e impiantistica.”       

La parola passa poi all’assessore Tignola: “Il mio commento sarà breve quanto riflessivo piu’ che tecnico, occorre sensibilità e sensibilizzazione. È già presente in città, esiste, bisogna assecondarla. Bisogna trovare una soluzione concreta perché lo stato d’emergenza è si un problema della politica ma soprattutto del cittadino. Dobbiamo gettare le basi per un futuro migliore nel rispetto dell’ambiente e di noi stessi.”    

Si ritorna poi al modello ed agli ostacoli presenti sul cammino, ostacoli segnati col rosso dal vice Sindaco di Napoli Tommaso Sodano: “Purtroppo i Comuni non hanno accesso diretto ai finanziamenti. Bisogna dunque superare un gap ideologico con la regione Campania. Quest’ultima infatti ha un idea basata sull’inceneritore e quindi eliminare i rifiuti, noi invece parliamo di recupero, di trasformare quelli che sono considerati rifiuti in risorsa. In Campania sono arrivati i fondi fas ma sono ancora bloccati al Ministero del Tesoro, tale risorsa economica potrebbero essere utilizzata per la costruzione di isole ecologiche, siti di riciclaggio capaci di generare addirittura occupazione in una terra dove si ha fame di lavoro.”

Chiude la giornata l’appello che Carla Poli vuole fare all’istruzione casoriana ed alla classe imprenditoriale locale e campana: “Le scuole sono fondamentali per il futuro, mi metto dunque a disposizione qualora arrivasse un invito a parlarne in sedi di apprendimento. Un latro appello di natura piu’ economica lo faccio agli imprenditori, abbiate il coraggio di investire, rischiare, noi non vogliamo rubarvi il terreno da sotto i piedi. Siamo pronti a fare consulenza, collaborare con chi ha intenzione di mettere su una realtà sinonimo di cambiamento.” Insomma la lezione teorica è servita, la presenza di punti interrogativi lascia l’alone del dubbio delle perplessità. Conosciamo il nostro territorio e il rischio di restare schiacciati sotto il peso del malaffare e dei luoghi comuni. Ci attacchiamo però alla parte pratica del progetto, parte che speriamo ridoni a Napoli lo splendore nascosto sotto i rifiuti, pardon materiali.

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