Casavatore: al Centro Polifunzionale Parrocchiale, incontro con Gigi De Palo, Presidente Forum Nazionale delle Famiglie

IL CORAGGIO DI TESTIMONIARE LA BELLEZZA DEL MATRIMONIO

Presso la sala conferenze del Centro Polifunzionale Parrocchiale di Casavatore si è svolto, il 28 giugno scorso, organizzato dalla comunità del Movimento dei Focolari di Casoria, l’incontro con i coniugi Gigi De Palo, Presidente del Forum Nazionale delle Famiglie, e Anna Chiara Gambini, genitori di 5 figli, di cui l’ultimo, Giorgio Maria, nato con la Sindrome di Down. Tema della conferenza: “La famiglia: risorsa di tutti e per tutti”.  “La scelta  ha origine dal fatto  che i membri locali del Movimento”,  ha dichiarato la responsabile Anna Esposito,  “hanno  preso molto a cuore le problematiche della famiglia, valorizzandola anche attraverso questi momenti formativi”.

Alternandosi l’uno all’altra nell’esposizione, essi hanno offerto la loro testimonianza di vita familiare, ponendo in evidenza, in primis, che  in questo tempo in cui si scelgono altre forme di convivenza e dove, in Italia soprattutto, le culle sono sempre più vuote, urge un forte impegno dei cattolici (nei corsi di preparazione al matrimonio, al sacramento della Cresima, negli incontri di prebattesimale, nelle varie catechesi.. ) a saper raccontare e testimoniare la “bellezza del matrimonio”.

Proprio sul significato della “bellezza” della famiglia e, conseguentemente, sulle risorse che  essa può offrire a ciascuno dei membri, si sono focalizzati gli interventi di Gigi e di Anna Chiara. I due sposi hanno affermato e ribadito, facendo continuamente riferimento alla loro quotidiana vita matrimoniale, iniziata 14 anni fa, che la bellezza coniugale non consiste nel trovare la strada sempre spianata, nell’assenza di problemi di qualsiasi tipo, nella cosiddetta famiglia da mulino bianco, tutta rosa e fiori, ma nella capacità, dopo le inevitabili discussioni, dopo “scontri” dialettici, talvolta anche eccessivamente animati, di ritornare ciascuno sui propri passi, per ricominciare, per riscegliersi giorno per giorno, “rimettendosi in discussione, rinnovandosi”. A tal riguardo, Anna Chiara  ha usato un’immagine metaforica molto chiara per far intendere il concetto poc’anzi espresso: le liti vanno riviste “in chiave ecologica, quindi, come nella raccolta differenziata tutto si ricicla per riutilizzare i rifiuti ai fini della salute del nostro pianeta, altrettanto i litigi devono diventare occasioni di crescita della coppia”, per imparare vicendevolmente ad accogliersi, a superare insieme le difficoltà, ad accettarsi reciprocamente, amando anche  le fragilità del coniuge. Ecco, allora, il significato della bellezza del matrimonio per Gigi e Anna Chiara: imparare “a riciclarsi giorno per giorno”.

Più che regole predefinite e cristallizzate a cui conformarsi per la buona riuscita di un matrimonio, hanno sostenuto i due coniugi, è necessario che la famiglia sappia dare una testimonianza di sé facendo avvertire “il profumo che da essa emana, non nascondendo le divergenze, ma manifestando lo stupore della bellezza di stare insieme, la felicità della coppia a partire proprio dalle differenze, dai punti di vista che non sempre collimano,dalle conflittualità”, perché il mutuo rispetto si fonda sulla capacità di apprezzare le diversità dell’altro. A tal riguardo, Gigi e Anna Chiara hanno spiegato che appartengono a due contesti familiari di provenienza molto diversi, anche caratterialmente molto differenti, eppure ciò non ha impedito loro di formare una bella realtà familiare , aprendosi a “un’avventura” che viene da loro vissuta quotidianamente con sorprendente stupore, perché la gioia coniugale e familiare non è da attribuire unicamente alla sicurezza economica, al possesso di beni materiali, ma alla decisione ogni mattina, quando il sole appare all’orizzonte, di “affidarsi ciascuno all’altro” e insieme di affidarsi al Signore, forza ed energia per ciascuno dei due.

Pertanto, Gigi e Anna Chiara, con la loro testimonianza, “hanno aperto le finestre della loro abitazione”, e anche del loro cuore, e hanno sparso nella sala, la sera del 28 giugno scorso, il profumo del loro amore coniugale, ridando a tale sentimento la sua vera dimensione e facendone riscoprire a ognuno dei partecipanti al convegno la bellezza, la grandezza e le esigenze. Anche come genitori di cinque figli, loro non hanno nascosto i problemi e le difficoltà, ma sempre vivono tutto ciò come un’avventura impegnativa, sicuramente, ma affascinante e anche con un pizzico di ironia, che non guasta.  In tal senso, è stata accolta la nascita di Giorgio Maria, l’ultimo nato, affetto da Sindrome di Down: una grande  sfida, ma con lui in casa è sempre più  fantastico e bello il loro progetto di vita familiare. Da leggere, dunque, il libro da loro scritto: “Ci vediamo a casa”. Antonio Botta

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