Caro Ludovico: una lettera di Francesco Gemito


Caro Ludovico, il 23 novembre sarai finalmente santificato. Oggi a Casoria tutti ti amano, ma sono pochi quelli che davvero ti conoscono e che mettono in pratica i valori dell’onestà e morali. La tua Casoria non è più terra genuina, è terra inquinata, colpa di tante aree dismesse e mai bonificate, per questo ogni giorno qualcuno muore di tumore.

 

 

La tua Casoria è diventata terra di sole tasse, i cittadini vivono in condizione di emarginati, anche per pagare un solo bollettino alla posta diventa un dramma, dobbiamo aspettare ore di attesa solo per entrare negli uffici. Pensa che ogni giorno qualcuno viene rapinato o scippato, oppure gli rubano l’auto e gli chiedono il cavallo di ritorno. Nella tua terra non c’è Stato, siamo come un’isola sperduta nell’oceano. In questi giorni molti usano il tuo nome solo per scopi personali. Nei pressi della basilica san Mauro, dove tu fosti battezzato, in quella zona c’è un degrado da paura, eppure per tutto questo non c’è nessuno che muove un dito. Caro Ludovico, lo stato ci ha totalmente abbandonati, siamo tutti depressi e amareggiati per colpa di questi amministratori che non hanno nemmeno rispetto per i disabili, visto che li hanno abbandonati al proprio destino. Ogni giorno faccio fatica a camminare per le strade di questa città, viverci è una via crucis continua, sempre sporca, nonostante è caro il prezzo per la tassa i rifiuti. Non ci sono parcheggi, c’è sempre traffico. Caro Ludovico, il 23 novembre verranno tutti a Roma per la solita sfilata, credimi, solo pochi hanno capito cosa vuol dire essere cristiani, perché nella tua città manca il tuo carisma, non sanno nemmeno cosa vuol dire.  Sono cambiate molte cose da quando tu volasti in cielo, tu ci hai insegnato che fare carità vuol dire amare il prossimo come te stesso, gli altri ci insegnano che deludere il prossimo è il primo comandamento da rispettare. Caro Ludovico, sono molto stanco di avere a che fare con chi non ha capito cosa vuol dire veramente vivere, quanti disoccupati incontro ogni giorno, in casa non hanno nemmeno un pezzo di pane, dov’è la tua carità? Per la festa in tuo onore hanno buttato soldi dalla finestra, hanno riempito tasche inutile, forse quelle tasche servono a chiudere il becco di qualcuno. I giovani non hanno più un futuro, mentre tu hai dato futuro e dignità a tanti ultimi, qui gli ultimi vengono trattati come raccolta differenziata. C’è una periferia che tutti chiamano Arpino, non si trova vicino al centro, ma è sempre comune di Casoria, quella periferia è destinata ad essere un problema di troppo, un problema che nessuno risolverà, in alcune zone non esistono le fogne, non ci sono illuminazioni e le strade sono tutte rovinate. Arpino sembra una zona bombardata. Caro Ludovico, io non riesco a stare zitto, non posso girare la testa e far finta di niente, scrivo la verità, perché i politici devono sapere che sarò uno dei tanti a non votare più, non credo più in niente, se mi rivolgo a te con questa lettera è perché provo per te un profondo rispetto. Se tu puoi illuminare questa gente che ha trasformata la tua città in un inferno, forse ci restituiscono la nostra dignità.

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