Campania fuori dai Mondiali di Volley femminile del 2014

Il presidente del comitato regionale della Fipav Ernesto Boccia: “Una morte annunciata per lo sport in Campania. Paghiamo anni di immobilismo”.

“Lo Sport minore in Campania è destinato a morire”. A lanciare il grido d’allarme, dopo il mancato inserimento della Campania tra le sedi italiane che ospiteranno i match dei Mondiali 2014 di pallavolo femminile, è Ernesto Boccia, presidente della Federazione Regionale della Campania di volley. “L’esclusione della nostra regione è la conferma di un declino inesorabile a cui si avvia lo sport in Campania”.

“Le società -spiega Boccia- hanno enormi difficoltà e le strutture fatiscenti sono il termometro di questa situazione. In Campania non esistono palazzetti

adeguati per ospitare gare del campionato di serie A1, figuriamoci un evento di portata internazionale” . “Eliminando qualche piccola eccellenza, Avellino o nel caso di strutture private come il Pala del Mauro -continua il presidente regionale- Napoli e Salerno che sono le due province più grandi della regione non hanno centri adeguati”.

 

“A Salerno insistono strutture scolastiche tipo il Vestuti dove si allenano squadre di basket mentre le rappresentative di pallavolo riescono svolgere poche ore di attività”.

“Ormai -sottolinea Ernesto Boccia- sono anni che attendiamo la legge regionale sullo sport ma dobbiamo constatare un perenne immobilismo da parte delle Istituzioni che non manifestano la volontà di voler tutelare questo sport. Non esistono tavoli di trattativa con gli enti ed il momento economico non ci permette di lanciare proteste, soffriamo in silenzio perché tra disoccupazione, disagio sociale riteniamo inopportuno non aggravare ulteriormente la situazione già grave”.

Attenzione però, conclude Boccia: “Perché derubricare completamente la questione sport significa chiudere per i giovani un’alternativa alla violenza, alla droga e alle baby gang. Non possiamo poi lamentarci se i giovani si rifugiano in altri sfogatoi pericolosi. Abbiamo il dovere di mettere in campo una politica sociale adeguata che preveda anche l’ apertura di spazi vivibili, centri sportivi di aggregazione, offrendo ai giovani una strada diversa a quella della malavita”.

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