Bestie a due “zampe” della movida notturna casoriana

Notti di ordinaria follia quelle che si consumano in via Silvio Pellico, nel quartiere conosciuto come “aret a terr”. La movida dei ragazzi  della zona e non che si ritrovano in strada tutte le sere, fino a notte fonda, ha raggiunto l’apice di barbarie tra sabato e domenica mattina. Le frustrazioni di una gioventù bruciata, logorata da miseria culturale ed intellettuale, sono state sfogate su cose ed animali. I vandali si sono “divertiti” a rincorrere con la macchina un gattino che viveva nel quartiere, fino a quando non sono riusciti a raggiungerlo e ad ammazzarlo, investendolo con l’auto. Hanno riso di gusto dopo l’assassinio del  piccolo micino per il “divertentissimo” passatempo che erano riusciti a trovare. Subito dopo hanno cominciato a seguire una gattina incinta che si era fermata a piangere accanto al cadavere dell’amico. Fortunatamente lei è riuscita a scappare dagli aguzzini. Non soddisfatti hanno pure sradicato alcuni alberelli e li hanno lanciati nel giardino di una villetta. Decine sono i giovani che ogni notte sostano per strada, nei pressi del campo sportivo San Mauro con le

proprie autovetture; con il volume dello stereo al massimo, giocano a pallone, cantano, ridono, urlano; si ubriacano, fumano canne. Con le menti annebbiate da stupefacenti , alcol e il cervello affogato nella loro aberrante ignoranza, sradicano panchine, alberi, uccidono animali. La baldoria di questi ragazzi, “senza né arte né parte”, inizia solitamente intorno alle ore 2:00 del mattino e finisce non prima delle 5:00. Al rimprovero di qualche abitante che tenta di dissuaderli dal compiere nefandezze, rispondono con minacce fin troppo poco celate. Hanno paura di parlare i residenti del quartiere, le ritorsioni da parte dei bruti non sono improbabili. A nessuno importa che tutte le notti i cittadini onesti, che lavorano e pagano regolarmente le tasse, che per loro sfortuna abitano a Casoria, debbano subire le vessazioni, violenza psicologica di una gioventù bruciata, marcia, disgustosa. Le forze dell’ordine, più volte chiamate ad intervenire, si sono spesso dette occupate in altro. Come se schiamazzi notturni, atti vandalici e disturbo alla quiete pubblica, assassinio di animali, non fossero reati punibili. I cittadini devono forse farsi giustizia da soli? E’ forse la legge del più forte quella che deve essere applicata in questa abbandonata città? Benvenuti al Sud, benvenuti a Casoria dove tutto è permesso. Troppo occupati i carabinieri per poter intervenire; troppo indaffarati per poter fare quello per cui vengono pagati, tra l’altro, con soldi nostri. Di giorno la musica non cambia. I vigili urbani nella zona un vero miraggio. Alle diverse telefonate fatte alla Polizia municipale non è mai seguito un intervento. I cittadini si vedono soli e lo sono. Si sentono abbandonati e lo sono. Forze dell’ordine assenti e classe dirigente che oscilla tra litigiosità e apatia. Il risultato è che non vi sono regole, non vi è disciplina e l’erba marcia prende il sopravvento, si espande ed infesta un intero territorio. Un quartiere “aret a terr” che ha visto i nostri padri, compreso il mio, crescere, giocare a pallone per strada, quando intorno non vi erano palazzi; negli anni in cui la zona era un enorme distesa di terre. Il quartiere che ha visto tra gli “scugnizzielli” di un tempo il nostro direttore Nando Troise e tanti altri bambini di allora che oggi sono medici, ingegneri, avvocati. Un quartiere caro anche al nostro sindaco Vincenzo Carfora che qui ha iniziato la sua carriera di giovane medico. “Aret a terr” è oggi una zona degradata, in balia dei barbari. Delle notti di pazzia dei giovani delinquenti resta in una calda domenica di settembre, disteso sull’asfalto bollente, in un quartiere che ormai non è più vivibile,  il corpicino senza vita annegato in una pozza di sangue di un gattino innocente che non aveva fatto male a nessuno. Chi è la bestia? Chi sono gli animali? Di certo non quelli a quattro zampe.

 

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