AVANZATA LA RICHIESTA DI CELEBRARE LA GIORNATa EUROPEA DELLA MEMORIA E DELL’ACCOGLIENZA

Oggi si commemora la tragedia del 3 Ottobre 2013, giorno in cui nelle acque di Lampedusa morirono 368 migranti, tra cui molti bambini. Negli occhi e nel cuore sono e resteranno impresse per sempre le immagini della bare allineate, tra cui quelle bianche contenenti corpicini di figlioletti e nipotini partiti con i propri cari verso i Paesi occidentali:  in direzione, dunque, degli stessi Stati che hanno fondato il loro benessere e accumulato le proprie ricchezze su un colonialismo selvaggio,  depredando le risorse di quelle terre da cui fuggirono i 368 profughi. La coscienza europea, dopo avere assistito allo strazio atroce delle centinaia di vittime ghermite dalla furia del mare, reagì con provvedimenti mirati al salvataggio dei profughi nel Mediterraneo, attraverso l’agenzia Frontex, e ad un’equilibrata redistribuzione delle persone soccorse.

Poi, dal 2015, a seguito del conflitto armato in Siria, è cambiato l’atteggiamento dell’UE, lasciando, come stabilisce il regolamento di Dublino, ai Paesi di primo approdo, ossia all’Italia, l’onere di accogliere e di provvedere all’integrazione dei migranti, con difficoltà enormi di gestione dei flussi continui  in arrivo sulle nostre coste. Si sono eretti muri di ostilità e di indifferenza e una propaganda fomentata dai Paesi dell’Est europeo, pienamente condivisa  e sostenuta dall’ex ministro degli interni Salvini, ha gettato valanghe  di fango sulle ONG, accusate di accordi con gli scafisti. Le varie Procure della Repubblica, dopo le opportune e accurate indagini, hanno accertato l’infondatezza delle accuse, procedendo alla loro archiviazione. Ma gli organi di stampa, come al solito, dopo aver sbattuto i mostri in prima pagina, non si sono nemmeno degnati di chiedere scusa alle Organizzazioni di solidarietà soffocate dalla melma mediatica. Solo nel 2015 oltre 3.500 hanno perso la vita tentando di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo ; tra loro 700  bambini.

Si accoglie, pertanto, con soddisfazione l’iniziativa europea denominata Snapshotsfromtheborders (Istantanee dai confini), di cui è capofila il Comune di Lampedusa e sostenuta in Italia dall’ONG AMREF;  essa consiste nella richiesta di celebrare il 3 ottobre come Giornata europea della memoria e dell’accoglienza. La petizione di istituire tale Giornata nasce dalla necessità di tenere sempre desta l’attenzione sul fenomeno migratorio, affinché ci siano politicamente e comunitariamente risposte adeguate e oculate sia a livello italiano che europeo, predisponendo prioritariamente “corridoi umanitari” per evitare che gli scafisti lucrino cinicamente sul proposito di migliaia di profughi di scappare dalla miseria e dalle guerre per offrire soprattutto ai figli una vita dignitosa; inoltre, costante deve essere la  sollecitazione a stringere accordi con i Paesi di partenza, per la regolazione dei flussi, e a ridistribuire i carichi immigratori tra i diversi Paesi dell’UE, superando gli accordi di Dublino; infine, un’altra importante direttrice da richiedere con forza è di attuare una lungimirante politica di accoglienza e di integrazione, rispettosa delle diversità. Non va dimenticato, come ha affermato il giornalista Michele Zanzucchi, che “L’Europa invecchia, è incapace di mettere in campo energie giovani, ha bisogno di ritrovare la sua vocazione all’apertura, altrimenti morirà di denatalità e di asfissia.”

Ma il modo di onorare i morti della tragedia del 3 Ottobre 2013 è di porre in risalto, soprattutto, i generosi atti di solidarietà umana degli abitanti di Lampedusa nei confronti dei sopravvissuti; in una società incattivita e astiosa, essi vanno additati  come grandi esempi  di premura, di disponibilità umana a soccorrere, aiutare concretamente, consolare e accogliere con il sorriso chi ha subito angherie inenarrabili; ne cito solo due,  Costantino Baratta, muratore con la passione della pesca, e il medico Pietro Bartolo, già sotto i riflettori, in quel periodo, degli organi di informazione, ma ne andrebbero menzionati  tantissimi che nel nascondimento, amorevolmente e fraternamente donarono agli scampati alla morte tutto ciò di cui essi avevano bisogno: a Baratta, lo scorso anno, scrissero molti bambini delle classi quarte della scuola primaria della “Ludovico da Casoria” centrale. Di seguito, è trascritta la lettera di Maria Giansanti. (Antonio Botta)

Casoria, 30/01/2019

 

Caro Costantino,

ho letto la tua storia su Internet e sono molto felice che qualcuno abbia pensato ai migranti. Il 3 Ottobre 2013 hai salvato persone in difficoltà e non è una cosa da tutti. Anche io quando diventerò grande seguirò i tuoi esempi. Da piccola con gesti piccoli, ma da adulta con gesti grandi.

Vorrei che tutte le storie finissero bene come la tua, piena d’amore, e che il protagonista fossi sempre tu. A Milano, nel Giardino dei Giusti, ti hanno dedicato un albero e, secondo me, il tuo nome resterà lì per sempre.

Costantino, sei un eroe e questo lo ha scritto anche l’Espresso che ti ha nominato l’uomo del 2013. Sei come un albero, solo che invece di donare ossigeno agli uomini tu doni amore. Oggi le navi con a bordo i migranti dovrebbero approdare e non è giusto che non possano. I loro Paesi sono in guerra e per questo vengono qui. Cercano la pace!

Allora, mi propongo di aiutarli e non imitare gli adulti con gli occhi chiusi e il cuore freddo, ma avere gli occhi aperti sui bisogni dei poveri e il cuore caldo d’amore. Quando diventerò più grande nel mio tempo libero aiuterò i poveri. Mi hai dato una bella lezione di vita: aiutare sempre i più bisognosi.

Tutti i genitori desiderano che i loro figli stiano bene e per questo ancora di più li aiuterò. Mi dispiace per quei ragazzi che partono dai loro Paesi in guerra con la speranza di migliorare le loro condizioni di vita nei Paesi ricchi e invece muoiono in mare. Ti potevi girare dall’altra parte e andare a pescare con il tuo amico e trascorrere una piacevole giornata, invece hai preferito salvare dei naufraghi e quindi hai un cuore pieno di compassione.

Prenderò sempre spunto da te, così la fiamma dell’amore non si spegnerà mai. Se devo scegliere tra un gruppo di deboli e uno dei prepotenti, scelgo quello dei deboli per aiutarli. Ti adotterò come giusto e ti seguirò sempre, passo dopo passo. Pregherò finché tutti i poveri siano felici e finché i migranti arrivino a destinazione e finché tutti aprano gli occhi sulle sofferenze della gente meno fortunata. Aiutami a far capire al mondo la bellezza di aiutare le persone.

Tanti baci e ancora grazie!

Maria Giansanti

 

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