Un episodio di pura crudeltà si è consumato a Casoria qualche giorno fa, lasciando sgomento chiunque abbia un minimo di senso civico e rispetto per la vita.
Un uomo di 43 anni ha catturato, decapitato e abbandonato quattro piccioni davanti all’ingresso della villa comunale, in un gesto di violenza gratuita e insensata. La scoperta è stata fatta da un cittadino che, inorridito, ha denunciato l’accaduto ai carabinieri.
Quello che sconcerta non è solo la brutalità dell’azione, ma anche la sua totale inutilità. Uccidere senza motivo, infierire su animali indifesi per puro sadismo, non è solo un atto criminale, ma una dimostrazione di una mentalità pericolosa. Non si tratta solo di piccioni, ma di rispetto per la vita in tutte le sue forme.
La denuncia è il minimo che potesse accadere, ma viene da chiedersi: è abbastanza? La legge italiana prevede pene ridicole per chi commette violenze sugli animali, trattandole spesso come semplici infrazioni amministrative. Ma il maltrattamento di animali è un campanello d’allarme, un segnale di pericolo anche per la società intera. Numerosi studi hanno dimostrato che chi si accanisce sugli animali è spesso incline alla violenza anche verso le persone.
Servono pene severe e, soprattutto, un cambiamento culturale che insegni il rispetto e la convivenza con tutte le creature viventi. Se restiamo indifferenti davanti a questi episodi, accettiamo tacitamente una deriva di violenza che potrebbe avere conseguenze ben peggiori.
Questa non è solo la storia di quattro piccioni uccisi, ma di una società che non può e non deve chiudere gli occhi di fronte alla crudeltà.