Aggressione ad Emilio Polizio: la natura del reato emerge piano

Si arricchisce di dettagli la spiacevole vicenda che, nella notte tra sabato e domenica, ha coinvolto il consigliere comunale Emilio Polizio, aggredito a sprangate nel giardino della sua villa in via Principe di Piemonte.
Dettagli che, da un lato, ci disegnano l’evento come ancor più violento e macabro e che, dall’altro, gettano ulteriori dubbi sulla natura dell’aggressione.
Da subito, infatti, in molti hanno dubitato si trattasse di un tentativo di furto o di una rapina e, anche se le teorie sono tutte aperte, le prime testimonianze sembrano propendere a favore di una spedizione punitiva.

Un ritorno al far west, dunque, che getterebbe una luce inquietante sull’effettiva tutela di cui la corretta politica, quella della verità e della trasparenza, godrebbe.

Ieri la testimonianza di Stefano, un ragazzo che è accorso sul luogo dell’evento, poco dopo l’accaduto:
“Erano le 2.30 di notte, stavo comprando i cornetti alla cornetteria di via Manzoni, quando vedo tre persone con le mazze in mano correre, attraversando l’incrocio, superando di corsa la banca e avviarsi in lontananza. Incuriosito mi avvio su via Principe di Piemonte interrogandomi da dove potessero venire finché ho trovato e sono stato il primo, questo ragazzo all’interno della sua villa tutto insanguinato. Anche se la prima cosa che mi disse fu: “non mi preoccupa il sangue ma penso di avere la mandibola rotta”. Infatti era sporgente. Poi è arrivata altra gente e i carabinieri (penso che li abbia chiamati stesso lui). Ho pensato subito alla spedizione punitiva; mai nemmeno per un minuto ho creduto alla rapina, al furto. Anzi a dire il vero mi puzza anche che qualcuno abbia messo subito sin dal primo mattino questa voce in giro o addirittura mi sembra che sia stato anche scritto. E’ molto strano, mi puzza”.

Ma ad andare oltre la teoria del furto/rapina non è solo Stefano.
Quella che sembrava, inizialmente, una tesi quasi fastidiosa da sostenere ed accettare in una comunità apparentemente evoluta come la nostra ed estranea a forme di violenza che reputiamo possibili solo nei film è diventata ben presto quasi una certezza.
Una certezza che, sottolineiamo, tale non è, non essendoci ancora le prove della natura del reato. Ma innumerevoli, troppe le incongruenze nel caso si fosse trattato di una classica ipotesi di furto o rapina.
Il Gruppo Napoli II di Castelcisterna e il Capitano della Caserma dei Carabinieri di Casoria, Pierangelo Iannicca, stanno lavorando alle registrazioni filmate delle telecamere di casa Polizio, fornite loro dalla stessa famiglia e sui documenti dati loro dallo stesso Consigliere Comunale Emilio Polizio, ma non hanno fatto emergere orientamenti circa la natura dell’aggressione.
Spedizione punitiva o no?
Tutte le caratteristiche ci fanno pensare a una spedizione punitiva che potrebbe scaturire a seguito della attività politica dello stesso consigliere e dell’unico compito che compete ad un consigliere comunale: il controllo degli atti amministrativi e, naturalmente, denunce politiche in caso il consigliere riscontrasse anomalie, discrasie, distrazioni, imbrogli, errori.
La stessa cosa, più o meno, che fanno la Corte dei Conti, il Ministero dell’Economia e Finanze e i suoi Servizi Ispettivi, altri organi dello Stato. Il Consigliere Comunale viene delegato dai suoi elettori al controllo degli atti amministrativi, prima che si arrivi alle Commissioni di Controllo.

Quali le conseguenze se anche gli inquirenti confermassero una natura punitiva del reato?
Dovremmo allora riconoscere l’esistenza ed avere paura  non solo di chi ruba oggetti di valore o denaro, ma anche di chi, con metodi subdoli e violenti, non vuole rubare bensì nascondere. Nascondere le verità, i dati, le informazioni che le istituzioni lasciano emergere attraverso la loro attività.
Sono solo supposizioni, nient’altro. Ma, dietro le supposizioni, possono celarsi scomode certezze.

Fonte foto: Il Mattino

 

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