A Casoria, anche l’Arte era finita nella spazzatura.

Immondizia, pattume, rifiuti, spazzatura. Nonostante la varietà di sinonimi, i giornali italiani, soprattutto quelli nazionali, dopo lo scoppio dell’emergenza rifiuti in Campania, si divertono ad utilizzare quasi esclusivamente  il sostantivo “monnezza”, senza nessun timore, tra l’altro, di piazzarlo anche in prima pagina. Un nome che deriva dal dialetto napoletano “munnezza” e che, senza ombra di dubbio, esprime in modo estremamente efficace l’idea di sporco, di lurido, di infetto, quasi. Così, tra la vergogna e la rabbia, i cittadini continuano a leggere ed ascoltare notizie che, quando trattano il tema rifiuti, sembrano essere tutte uguali.

Questa volta, invece, c’è una novità in grado di sorprendere positivamente: il Cam (Comtemporary Art Museum) di Casoria, il 23 settembre inaugurerà il progetto “Campania Senses”, promosso dal Padiglione Italia della 54esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. L’iniziativa, curata da Vittorio Sgarbi in vista dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, avrà finalmente luogo, dopo il rinvio annunciato dal direttore Antonio Manfredi lo scorso giugno, a causa dei cumuli di spazzatura che riempivano le strade nelle vicinanze della galleria.

Oggi quella zona di Casoria è stata ripulita e la città sembra essere pronta per accogliere un’iniziativa a carattere nazionale.

Ci auguriamo che l’emergenza rifiuti non si ripresenti nemmeno dopo il 30 gennaio 2012, ultimo giorno dell’esposizione al CAM: non potremmo proprio sopportare, infatti, di dover dar ragione a coloro che al nome della nostra città, accostano sempre anche quello di ”monnezza”.

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