“È una cosa di famiglia, è nel nostro dna!”: così Gianluca Picardi commenta la sua immensa passione per il pugilato. Dopo, il nonno e il padre e insieme al fratello Vincenzo, atleta delle Fiamme Oro, il pugile classe 1991 cerca di conquistare vette importanti in questa attività sportiva.
Già molti sono i risultati conseguiti, segno di grandi capacità e di ottime doti agonistiche: ben tre i campionati regionali vinti, semifinalista l’anno scorso nei campionati di Roma e vanta addirittura l’ingresso nel giro della Nazionale da diverso tempo. Proprio con questa, il 29 di questo mese, partirà con la Rappresentativa Elite per il Training Camp che si terrà nelle strutture del centro di Santa Maria degli Angeli in Assisi. Qui si ritroverà la forma migliore e si prepareranno i prossimi eventi e le nuove gare da affrontare.
Intanto, tra poco più di 30 giorni, esattamente il 20 settembre, sarà impegnato in una finale di rilievo: a Roma, infatti, si concluderà la Talent League Boxing dove hanno gareggiato le quattro squadre Falchi Legionari, Tigri Sabaude, Cobra Longobardi e Squali Borboni. Gianluca milita proprio in quest’ultima e, come ci tiene a precisare, sarà un match davvero particolare: “Sfideremo i Falchi Legionari, un team tosto, un avversario duro! Per questo sarà un incontro difficile, ma noi siamo carichi e non ci lasciamo intimorire. Per me, fra l’altro, sarà rilevante anche la presenza della mia famiglia, pronta a supportarmi e a fare il tifo per me in qualsiasi occasione. Lì ci sarà anche mio fratello, che è un po’ il mio modello e la mia fonte di ispirazione. Sogno di emulare le sue imprese e i suoi traguardi e, per entrambi, sarebbe bello gareggiare insieme ai Giochi Olimpici di Rio nel 2016!”.
Innumerevoli le battaglie che vengono custodite con affetto tra i ricordi, ma una più di tutte: “Anche se il valore non era considerevole, porto nel cuore un combattimento svolto a Casoria, la mia città, il 6 luglio dell’anno scorso. Disputare un match davanti alla propria gente, di fronte ai tuoi compaesani è un’emozione indescrivibile! Sentire tantissime persone che ti incitano e gridano il tuo nome dà quella marcia in più! Per questo custodisco con maggior attaccamento più questo evento rispetto le finali disputate”.
Quindi, dopo un anno di stop dovuto all’infortunio ad una mano (un episodio spiacevole che, ha detta proprio del giovane pugile, rappresenta un grande rammarico), si ritorna a gareggiare e si rientra a far parte della Nazionale di uno sport che Gianluca tiene a ribadire, come anche il fratello Vincenzo ha fatto in un’intervista di pochi giorni fa, non è assolutamente violento: “Non c’è alcuna cattiveria gratuita come molti pensano. C’è solo la giusta verve agonistica, niente di più! Questa è una disciplina sportiva con tantissimi valori e la prima cosa che viene insegnata è il rispetto dell’avversario. Il pugilato è un sport sano e meriterebbe diversa considerazione e più attenzione”.