4 gennaio 1991-4 gennaio 2021, sono trascorsi trent’anni da una ferita che è ancora viva per la città di Casoria che perdeva un suo giovane figlio di ventuno anni, Mauro Mitilini, uno dei tre carabinieri uccisi a Bologna dalla banda della Uno Bianca (Andrea Moneta e Otello Stefanini i suoi due colleghi). A causa dell’emergenza Covid, oggi per la prima volta i familiari delle vittime non potranno essere a Bologna alla cerimonia. “Non esserci è per noi una grande sofferenza”, ha spiegato all’ANSA Ludovico Mitilini, fratello di Mauro aggiungendo: “Siamo di fronte a una verità monca, ci sono lati oscuri: per questo da parte di alcuni familiari sarà fatta una richiesta formale di riaprire le indagini”. Una richiesta compiuta già un anno fa come ricorda Ludovico: “Abbiamo chiesto di digitalizzare gli atti”. La banda capeggiata dai fratelli Savi, composta soprattutto da poliziotti, tra il 1987 e il 1994 uccise 24 persone e generò circa 100 feriti. La sentenza arrivò nel 1997 ma Ludovico, il fratello del compianto Mauro, l’ha commentata così all’Ansa: “Ci sono elementi che destano perplessità, testimonianze non valorizzate per quello che erano”
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