Trigesimo Andrea Nollino: Casoria riunita per ricordarlo.

S’è svolto ieri sera il trigesimo di Andrea Nollino, il barista tristemente ucciso dalla Camorra. La messa è stata anticipata da un presidio durante il quale le autorità hanno espresso il loro cordoglio e la loro vicinanza alle vittime della malavita.

Ha preso la parola per primo Don Mauro Zurro, che volontariamente ha voluto che si tenesse questo presidio: “La nostra deve essere una testimonianza. La nostra comunità è stata toccata da un evento tragico e noi tutti protagonisti dobbiamo attivarci per quello che è giusto poter fare. Dobbiamo esprimere solidarietà, confermare l’invito a voler essere presenti, non solo in queste circostanza. Il nostro deve essere un progetto di pace e amore.

Un’arma vincente è la preghiera, vogliamo pregare perchè il Signore dia ai familiari di Andrea la sua consolazione”.

Sono state parole di rassicurazione quelle del Sindaco Carfora “saremo con voi, non vi lasceremo soli”. Anche un referente dell’associazione Libera ha voluto rendersi partecipe affermando che i “luoghi comuni della cittadina devono essere dei cittadini, devono essere nostri”.

 

 

Il dotto. Nigro, capo della Polizia  ha così affermato: le parole le porta il vento, chiediamo alla cittadinanza di aiutarci, anche in forma anonima. Ha pagato Andrea per errori di altri, poteva succedere ad uno di noi. Personalmente e istituzionalmente sono vicino alla famiglia Nollino così come a tutte le altri famiglie vittime delle azioni sconsiderata di questi criminale e assassini”.

A questo proposito anche la vedova Coppola, moglie dell’edicolante ucciso due anni fa, ha espresso con grande commozione parole davvero toccanti.

Casoria è stata protagonista di un evento tragico, e ricordare Andrea non deve essere un momento esclusivamente legato ad un incontro, ma deve essere costante.

Da poco è trascorso l’anniversario della morte di due vittime della Mafia, uno dei quali il giudice Falcone, ricordava sempre: “la mafia è come l’essere umano, ha un suo inizio e una sua fine”.

L’arma vincente è ricordare e non aver paura, tanti se ne sono andati ma il loro sacrificio non sarà vano. La Camorra è un cancro: tante cellule impazzite che continuano a riprodursi, accade lo stesso per i diversi clan della malavita. Ma così come la ricerca sta dando i suoi risultati, allo stesso modo con l’aiuto delle autorità e con la volontà di persone coraggiose si potrà vincere questo male così grande.

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