Sulla slitta in giro per l’Europa 

Natale è una festività che si presta facilmente al fascino della tradizione e noi napoletani lo sappiamo bene. Logicamente non siamo gli unici al mondo a conservare delle particolarità legate a questo periodo dell’anno, quindi salite un attimo sulla slitta e andiamo a vedere insieme che cosa si combina in giro per il mondo in questi giorni.

Prima tappa: Copenaghen. In Danimarca il personaggio natalizio più popolare si chiama Nisse ed è un elfo molto dispettoso e, infatti, fa scherzi praticamente a chiunque. La vigilia di Natale, per evitare gli scherzi di questo simpatico burlone, i danesi lasciano in cucina una tazza di “zuppa d’avena” (conosciuta in Danimarca con il nome di porridge) prima di andare a dormire, provando così ad ingraziarsi l’irascibile Nisse.

Seconda tappa: Oslo. Nella vicina Norvegia il pericolo “Nisse” non esiste, ma ci sono altri personaggi nei pensieri dei norvegesi alla vigilia di Natale. Un’antica leggenda narra che nella notte tra il 24 e il 25 le streghe e gli spiritelli rubino le scope dalle case dei norvegesi per scappare via, così per evitare ciò i norvegesi nascondono le loro scope in luoghi introvabili alla Vigilia di Natale.

Terza tappa: Praga. In Repubblica Ceca gli unici ad essere spaventanti alla “Vigilia di Natale” sono i giovani fidanzati. Infatti le loro ragazze si voltano con le spalle alla porta e lanciano una scarpa, se la punta della scarpa risulterà diretta verso la porta, allora la ragazza si sposerà entro l’anno. Sempre che il suo ragazzo non scappi in America Latina, chiaro.

Quarta tappa: Tallinn. Nella bellissima Estonia al termine della cena della Vigilia non si sparecchia la tavola perché è usanza lasciare il cibo “in offerta” agli spiriti degli antenati. Questa è una tradizione che possiamo trovare anche a Vilnius (Lituania) e Sofia (Bulgaria).

Quinta tappa: Vienna. Nella vicina Austria c’è “San Nicola” a portare i doni ai bambini, ma allo stesso tempo c’è un suo corrispondente cattivo e si chiama Krampus. Quest’ultimo è una creatura demoniaca che, stando alla tradizione austriaca, dovrebbe catturare i bambini cattivi.

Sesta tappa: Reykjavík. In Islanda attenzione ai “Jolasveinar” che indossano costumi tipici islandesi e fanno visita ai bambini nelle 13 notti precedenti il Natale. I piccoli islandesi lasciano le loro scarpe alla finestra e uno “Jolasveinar” diverso, ogni sera, gli lascerà un dono se è stato buono o delle patate marce se si è comportato male.

Settima tappa: Monaco di Baveria. Nikolaus, che non dobbiamo confondere con Babbo Natale, è passato già da un bel po’ di tempo in Germania. Egli, infatti, arriva accompagnato da un asino il 6 dicembre e lascia ai bambini delle monete oppure dei giocattoli. Ma attenzione a “Nikolaus” perché non è solo, infatti è accompagnato da Ruprecht il Servo che è un diabolico essere vestito con indumenti scuri e porta sempre un bastone o una piccola frusta per punire i bambini cattivi.

Ce ne sarebbero tante altre di storie da raccontare perché ogni terra ha la sua tradizione e il suo fascino, quindi ricordiamoci sempre di abbattere muri e costruire ponti, soprattutto in una stagione difficile come quella che stiamo vivendo. La bellezza della diversità e il rispetto reciproco possono aiutarci a superare ogni difficoltà. Non dimentichiamo l’insegnamento di Gesù, proprio oggi che ricordiamo l’anniversario della sua nascita. Buon Natale a quelli che non perdono un valore imprescindibile come la bontà.

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