“NON SCIUPATE QUEST’ANNO GIUBILARE DELLA MISERICORDIA”

Il Vescovo Gennaro Acampa a Casoria per la festa di S. Antonio Abate

“NON SCIUPATE QUEST’ANNO GIUBILARE DELLA MISERICORDIA”

Antonio Botta

In occasione della festa del Santo Patrono, la  parrocchia di S. Antonio Abate in Casoria ha vissuto, il 17 Gennaio scorso, un’esperienza di intensa spiritualità  grazie alla presenza del Vescovo ausiliare Gennaro Acampa, il quale, prima di  presiedere la celebrazione eucaristica, ha spiegato all’assemblea dei fedeli  il senso profondo del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco in occasione del cinquantenario della chiusura del Concilio Vaticano II.

 

 

Dopo i saluti di una coppia di coniugi al Presule, espressi in rappresentanza  di tutta la comunità parrocchiale, Sua Eccellenza, con un linguaggio semplice e molto chiaro, ha svolto mezz’ora di catechesi non prima di aver  pronunciato parole di sincera stima e di apprezzamento rivolte al parroco don Marco Liardo. “Il Giubileo della Misericordia” – ha detto – “è un grande dono di Dio che ci ha fatto il Papa”, sottolineando che tale evento di grazia è un invito a riscoprire l’amore tenero, incondizionato e infinito del Padre celeste per ciascuno dei Suoi figli. “Dio  ama ogni uomo individualmente, nessuno è meno amato da Dio, anche se è peccatore, Anzi, Gesù ha avuto amorevole attenzione per i più deboli e, per questo, ha creato scandalo.  “C’è un abisso tra la logica umana e quella divina: noi tendiamo ad allontanare le persone con difetti, a prenderne le distanze, come pure avvertiamo il vuoto attorno quando sbagliamo, perché gli altri recidono i loro legami affettivi con noi e, magari, pensiamo che anche Dio si comporti così . Invece, il Signore non agisce alla nostra maniera: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.” Quindi, siamo amati da Dio, nonostante i nostri peccati. Ciò deve, allora, costituire uno stimolo a non scoraggiarci, ma a ricominciare dopo ogni caduta per dare il meglio di noi stessi, per valorizzare al massimo i talenti ricevuti dal Padre celeste , come hanno fatto i  Santi nella loro vita. Nel contempo, come Dio è misericordioso con noi, altrettanto dobbiamo mostrarci indulgenti con i nostri fratelli. Come? In maniera fattiva, con le sette opere di misericordia corporale e spirituale. Ha, quindi, concluso la catechesi con un’accorata esortazione pastorale a non sciupare quest’anno di grazia, a valorizzare il dono di Dio colmando le distanze fra noi e il Signore, che ci attende premuroso, come il Padre misericordioso della Parabola di Gesù attendeva il “figliuol prodigo”, a cui corse incontro abbracciandolo con gioia infinita quando ritornò a casa. A tal fine, ha suggerito che nel periodo della Quaresima si preparino varie celebrazioni penitenziali e ha sollecitato i fedeli ad essere più aperti verso gli altri e a vivere esperienze di misericordia, soprattutto in famiglia( significativa, al riguardo, la testimonianza offerta dai coniugi Carmen e Antonio); si è rallegrato, infine, per l’impegno che sta profondendo la comunità parrocchiale nella realizzazione di una mensa per i poveri e di  un servizio docce per gli indigenti.

Durante l’omelia, prendendo spunto dalla pagina evangelica, in cui si racconta il miracolo delle nozze di Cana, il Vescovo ha posto in rilievo l’atteggiamento di servizio di Maria durante la festa sponsale: Lei, infatti, si è immedesimata nel disagio degli sposi per la mancanza del vino e ha chiesto al Figlio di rimediare. Inoltre, nonostante la risposta di Gesù, non si è scoraggiata, anzi, manifestando una fiducia illimitata in Lui,  ha detto ai servi: “Fate tutto quello che vi dirà”. Infatti, il miracolo accade. Da qui, l’invito di Acampa all’assemblea a compenetrarsi nelle difficoltà dei fratelli, ad essere attenti ai loro bisogni, sull’esempio della Madre di Gesù, spinti dalla Sua stessa fede incrollabile e granitica nel Figlio. “Sempre Maria si rivolge a noi” – ha rimarcato il Presule – “con le stesse parole dette ai servi: “Fate quello che Lui vi dirà” : “Leggete il Vangelo, meditatelo e soprattutto attualizzatelo e incarnatelo nella vostre vite spente, prive di gioia e di serenità. Maria, come ogni Madre, vuole la felicità dei Suoi figli, quella felicità che riempì la vita di S. Antonio Abate, il quale si pose alla sequela del Suo Signore, dopo aver donato tutte le sue ricchezze ai poveri.”

Alla fine della Santa Messa, la tradizionale festa nel campetto attiguo alla Parrocchia  con il classico falò e la vendita di panini e “friarielli” offerti dalle famiglie della comunità parrocchiale. Il ricavato sarà devoluto alla Caritas della Parrocchia.

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