Nemo Propheta in Patria

Nel V secolo d.C. in Italia calarono gli Unni. Casoria  dagli ’50 in poi è diventata terra di conquista degli afragolesi. A questi si sono aggiunti anche i Romani, non calati come gli Unni, ma chiamati a governarci periodicamente dal supremo potere politico centrale. Ultimamente per sospette infiltrazioni camorristiche. La camorra, a quanto pare, è dannosa quanto la pioggia eccessiva.  Si infiltra. Nessuno se ne accorge . Penetra silenziosa nelle fondamenta degli edifici fino a farli crollare, a farli accartocciare su se stessi. E’ un fenomeno che ci affligge da decenni. Talvolta la pioggia è torrenziale e ci costringe a calzare stivali e impugnare scope e ramazze per spingerla fuori dai palazzi. Se l’inondazione è massiccia e persistente, scope e ramazze risultano insufficienti alla bisogna. Serve un’idrovora. E’ necessario, perciò, tutelare il territorio per evitare altri crolli. E’ un’opera di ingegneria idraulica ed edile. C’è bisogno di gente specializzata. Ma sembra che a Casoria non ce ne sia, perciò, a capo di settori delicati come Lavori Pubblici e Urbanistica, vengono proposti degli esterni: “Outsourcing Intellettuale.” I laureati locali non sono all’altezza. Si procede con  altri Soloni tecnici esterni: quelli che preparano il PUC, detto anche “La Tela di Penelope”. Si tratta di un tessuto con trame difficili al quale si applicano anche le aquile romane,i commissari, quelli calati da Roma. Ma volano via prima di completare l’opera. Si aspetta il ritorno di Ulisse. E Ulisse arriva. E’ un po’ traballante. Sono 20 anni che è lontano da Itaca. Con la guerra di Troia era convinto di aver concluso la sua esperienza bellica. Ma si sbagliava.  Deve far fuori i Proci, quelli che banchettavano con le sue sostanze anche perché tra questi si annidava un fan dei troiani. Ci riesce con l’aiuto degli abitanti. Il troiano transfuga è irreperibile. Deve essersi mimetizzato ancora una volta. Purtroppo dopo l’entusiasmo della vittoria cominciano i guai. I Proci superstiti tendono agguati, imboscate. Fingono di appoggiarlo per poi tradirlo. Ma Ulisse è un duro. Non molla. Riesce a tirare dalla sua parte alcuni ex-avversari e ad andare avanti anche se faticosamente. Licenzia i tecnici che i Proci facevano venire da Creta. Decide di dare un taglio alla moda degli aiuti esterni al grido “Itaca agli Itacesi”. Anche a Casoria, con un sussulto di dignità si grida “Casoria ai Casoriani”. Ci si orienta sui tecnici locali. I risultati fanno ben sperare. E’ gente a cui stanno a cuore le sorti della città. Ma ahinoi! Ricomincia il tiro al piccione. Le scoppettate vanno a segno. I piccioni cadono. E non saranno gli ultimi. Mi sento di dire all’ultimo tecnico locale impallinato: “Gennà nun te piglià collera”. E’ la città che dovrebbe andare in collera e scacciar i mercanti dal tempio.

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