Missione speciale: alla ricerca dei libri perduti

 

In queste ultime settimane tanti cittadini casoriani sembrano essere investiti da un desiderio di ricerca. L’oggetto è riferito ai libri della vecchia biblioteca di Casoria, sorta negli anni Settanta. Dai network alla carta stampata, dai marciapiedi ai contatti telefonici, la domanda è la stessa: “Che fine hanno fatto i 4.500 libri che negli anni ’70 costituivano patrimonio culturale nella biblioteca casoriana?” E da qui quel clima di mistero, ideale per realizzare il nostro giallo casoriano. Il contesto è stimolante – fino ad oggi non si era vista tanta fibrillazione ed un sentimento così condiviso, colpa del momento storico e politico in cui viviamo. Ma, per fortuna, la cultura ancora riesce a sollecitare bisogni. Tra questi: fare chiarezza su una collezione di libri, che sembrano essere andati persi. Ci viene incontro un cittadino, che noi ringraziamo.

 Ad onor del vero non si tratta di un comune cittadino, ma di uno che, ispirato da consapevolezza e da un vivere democratico ed attivo, si è distinto per le battaglie a tutela dei diritti umani, all’interno delle due Associazioni che ha fondato sul territorio casoriano – AIAS e Cittadinanza Attiva. Parliamo di Salvatore Giacometti che, di fronte alla mia richiesta di reperire un’informazione più accurata, rispetto alla destinazione degli agognati libri, mi risponde ricostruendo, in modo dettagliato, l’evoluzione ed il destino di quella vecchia biblioteca, dalla nascita alla sua dissoluzione, e da lì ad oggi. Ma prima di dare inizio alla sua dichiarazione, mi porge un documento datato al 24 novembre 2010 Prot. 246 indirizzato al Comune di Casoria, che ha in oggetto la donazione di 30 libri nuovi da parte dell’Aias alla Biblioteca Comunale, con elenco allegato. “Ero presente all’inaugurazione della nuova biblioteca comunale quando ho ascoltato che occorrevano 1500 libri per poter accedere ai finanziamenti della Regione Campania per il progetto biblioteca. Mi sono immediatamente rivolto sia al Presidente del Comitato Consultivo, che al Sindaco ed all’Assessore Notaro per comunicare loro che dei vecchi 4500 testi circa 1000 erano in mio possesso solo perché mi erano stati donati”. E da qui la ricostruzione. “Con la chiusura della vecchia Biblioteca di via Marconi, alla fine degli anni Ottanta quel Centro Servizi Culturali che la Regione Campania aveva istituito a Casoria, sotto la  dirigenza di Paolo Giusso e Mauro Piscopo, viene dissolto. Tutta la collezione viene consegnata al settore della  P.I. del Comune di Casoria allora sito in Via Carducci (palazzo della ex Pretura) e poi trasferito in Via Po. In questa nuova sede, i 4500 libri erano in giacenza in degli scaffali,  in un corridoio del 1° piano dello stabile. Con i tre traslochi e con l’usura degli anni trascorsi (più di 20) è evidente che il patrimonio non solo è andato disperso, ma dei libri recuperati, per effetto della mia volontà di conservarli nel tempo, una parte oggi è da macerare (almeno 100 dei 1000 vanno buttati). Quei libri, catalogati, che avevo ricevuto sono stati custoditi presso l’Aias e presso il Centro Sociale per Anziani – L.328/2000 Amministrazione De Rosa – inaugurato il 2 dicembre 2003 in Via San Benedetto, fino all’atto della consegna, avvenuta in data odierna (1 dicembre 2010) al Comune di Casoria. I libri restituiti, a mia cura, al Comune di Casoria riportano il timbro del Centro dei Servizi Culturali così come quegli altri non ritrovati e di cui non è rinvenuta alcuna indicazione circa la loro destinazione. Spero che chi avesse avuto, come me, in affidamento questi libri. possa provvedere alla loro restituzione in modo da ricomporre buona parte della collezione” La testimonianza resa da Salvatore Giacometti, oltre che a fare luce sul mistero dei libri, ci fa capire che solo la sensibilità per i beni di pubblica utilità e la preservazione di quanto può costituire patrimonio culturale hanno fatto sì che oggi si recuperasse almeno una parte della collezione. Nel salutare il nostro amico, che con la sua dichiarazione contribuisce a soddisfare la curiositas del lettore, Salvatore sentenzia “Il cittadino attivo ha necessità di essere organizzato per rendere servizi alla comunità ed è grazie al cittadino attivo, che realmente esiste, che si sono salvati 1000 libri”.  

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