L’ULTIMO GIORNO DI SILVIO.

Dalla nostra inviata in Piazza Montecitorio Serena Percuoco.

Dagli applausi dei deputati del Pdl nell’Aula della Camera alla folla che per strada lo fischia gli urla ‘Dimissioni’ e ‘Vai a San Vittore’. E’ piena di contrasti l’ultima giornata da presidente del Consiglio di Silvio Berlusconi, che comincia con la lettura del giudizio lusinghiero che di lui da’ l’amico Vladimir Putin, e termina con le dimissioni nelle mani del presidente Napolitano mentre davanti al Quirinale un’improvvisata orchestrina di manifestanti suona l’Alleluja di Haendel.

E’ l’alba quando le agenzie di stampa russe riportano le parole di Putin, che definisce Berlusconi come ”Uno dei piu’ grandi uomini politici europei”, ”uno degli ultimi Mohicani della politica”. Il Cavaliere fa a tempo a leggerle per essere poi risucchiato dagli incontri. Sente Storace, poi a palazzo Grazioli vede la deputata del Pdl Maria Rosaria Rossi e il ministro Renato Brunetta. Quindi invita a pranzo Mario Monti, che accetta, a Palazzo Chigi. Al colloquio, che dura un paio d’ore, partecipano anche il segretario del Pdl Alfano e il sottosegretario Letta. Nel

frattempo, mentre davanti a Palazzo Chigi ed a Palazzo Grazioli assediati da troupe televisive italiane e straniere, si raduna una folla di gente: curiosi del sabato pomeriggio a passeggio per una Roma resa piu’ bella dal sole dell’Estate di San Martino ed attivisti del Popolo viola e dei movimenti che urlano ”Dimissioni!”.

 

Sono da poco passate le 16 quando finisce l’incontro tra il Cavaliere ed il Professore; nel frattempo nell’Aula della Camera sono iniziate le votazioni, tutte per alzata di mano, sulla legge di stabilita’. La seduta procede spedita ed abbastanza tranquilla, con i banchi di maggioranza ed opposizione gremiti ed una sola poltrona vuota al banco del governo: quella del presidente del Consiglio, che la occupera’ solo a qualche minuto dalla votazione finale. Prima partecipa ad un vertice di maggioranza a Montecitorio con i ministri della Lega Maroni e Calderoli, il segretario del Pdl, Alfano ed i ministri del Pdl Fitto e Palma. Tra gli altri, c’erano anche il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e il coordinatore del Pdl Denis Verdini.

Quando entra in Aula, viene accolto dall’applauso dei deputati del Pdl che tutti in piedi gli hanno gridato in coro ”Silvio, Silvio”. Poco dopo, durante l’intervento di Cicchitto, al cavaliere arrivera’ una nuova ‘standing ovation’ dei suoi. E lui, alzandosi in piedi, ringrazia chinando il capo. La Camera licenzia la legge di Stabilita’ e Berlusconi lascia l’Aula. Giusto in tempo per non sentire Roberto Antonione che, piu’ volte interrotto da chi dal Pdl gli urla del ”venduto” e del ”traditore”, ne reclama le scuse per gli ”epiteti indegni” che gli ha rivolto. Il premier va a Palazzo Chigi con Brunetta, e li’ presiede l’ultimo Consiglio dei ministri che chiude, si legge nel comunicato finale, dopo aver ”ringraziato sentitamente i colleghi di Governo per il proficuo ed intenso lavoro compiuto ed aver rivolto un ringraziamento particolare al dott. Gianni Letta”. Cala il sipario. Fuori la gente urla ”Dimissioni, dimissioni”. La berlina blu lascia Palazzo Chigi: destinazione Quirinale. Per passare la mano.

Share This Post