LA TREGUA DELLA TELECONTROLLI: APPARENZA O REALTA’?

Il lavoro è uno degli strumenti più preziosi e decisivi per l’autorealizzazione dell’individuo.

Purtroppo, attualmente lo scenario del mondo del lavoro è dominato, un po’ dappertutto, dall’oppressione. L’organizzazione del lavoro, in molte aziende, non sembra tener conto dei bisogni, delle particolarità e delle aspirazioni del lavoratore.
L’autoritarismo è un sistema organizzativo disumano e inaccettabile.

Perché non funziona il nostro sistema?

Per cominciare abbiamo milioni di lavoratori che non hanno un posto di lavoro e soprattutto milioni di giovani che lavorano con dei contratti cosiddetti atipici, cioè i precari: della serie “ In Italia nulla è stabile,fuorché il provvisorio”!

Non voglio ampliare l’argomento,perché ci sarebbe tanto da dire,ma dare ancora una volta, un contributo alla situazione dell’Azienda ”Telecontrolli”.

I lavoratori,sotto minaccia di un incombente Fallimento hanno ceduto alla sottoscrizione di un accordo sulla CIGS per crisi aziendale nei termini prescritti; il

recupero, in parte delle spettanze retributive e’ stato possibile realizzarlo con il supporto  della società Tecnosistemi spa che risultava fino agli inizi del mese di luglio socia e proprietaria al 50% della società Novatel srl di cui una componente è collocata nello stesso sito produttivo di Telecontrolli.

 

Una situazione ancora rovente e preoccupante per i lavoratori, ma per ora, l’unico accordo sembra essere questo.

Ho partecipato attivamente al Presidio svolto dai lavoratori di tale Azienda, ed ho visto cose che mi hanno segnato profondamente, e dalla quale ho imparato tanto.

Con una frase dello scrittore italiano Alessandro D’Avenia, vorrei esprimere ciò che ho percepito osservando gli occhi di persone che ad un tratto si sono viste strappare dalle mani il loro lavoro, la loro dignità.

<< Ci sono due modi per guardare il volto di una persona.

Uno è guardare gli occhi come parte del volto.

L’altro è guardare gli occhi e basta, come se fossero il volto. È una di quelle cose che mettono paura quando le fai. Perché gli occhi sono la vita in miniatura. Bianchi intorno, come il nulla in cui galleggia la vita, l’iride colorata, come la varietà imprevedibile che la caratterizza, sino a tuffarsi nel nero della pupilla che tutto inghiotte, come un pozzo oscuro senza colore e senza fondo>>.

E con questa frase credo di aver fatto capire ciò che avrei voluto far comprendere.

Attraverso quegli occhi ho visto la loro vita. Ho percepito l’essenza del loro dolore, la loro paura.

Certamente tanti occhi, non ho potuto vederli, perché non tutte le persone che sarebbero dovute esserci erano presenti,e quindi non tutti hanno lottato,ma questo è un argomento a sé, e vorrei evitare di parlarne,anche se vi è molta rabbia e amarezza.

Ho percepito occhi assenti,impauriti, sconcertati, ed io, nel mio piccolo ho cercato di donare loro un contributo, affinché potessero sentirsi compresi e rassicurati.

Mi sono unita a chi ha lottato a testa alta in questa protesta, anche con occhi pieni di lacrime,lacrime spesso non visibili,ma percepibili da quegli occhi che esprimevano in silenzio mille paure.

Sono stata accanto a persone che con forte rabbia gridavano contro un sistema ingiusto.

Purtroppo ho anche visto chi invece di questa situazione tuttora sconcertante, non ne ha fatto parte,ma al contrario se ne distaccato,non lottando e combattendo,ma mettendosi in disparte.

Ed è proprio in questo caso che,ancora una volta, ho dovuto fare i conti con l’impassibilità, con l’insensibilità.

Ma ho anche scoperto persone nuove che con il loro contributo,nel loro piccolo, hanno dimostrato di essere delle vere persone.

Per ora né vincitori e né vinti,si esce sconfitti a metà.

Credo che la volontà è la sola arma per riuscire nella vita,e i lavoratori hanno fatto il possibile per far valere i loro diritti.

Grazie a loro ho affrontato una realtà molto lontana alla mia, e ho osservato la disperazione e l’angoscia di persone che volevano cambiare il destino di una scelta già decisa premeditatamente.

Auguro a tutti voi che la Paura non diventi più forte di qualunque certezza che possedete.

Sperando in esiti positivi per la Telecontrolli, sperando in soluzioni giuste e non riduttive, ringrazio ognuno di voi,perché ho imparato tanto da voi.

Attendendo risposte ancora concrete e risolutive, auguro a tutti voi una buona estate.

“Le crisi e le avversità, spesso diventano occasione di crescita interiore.”

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