La macchia di latte sul tavolo (racconto di Emilia Sensale)

‘RACCONTartI’ di Emilia Sensale. Opera: ‘La regina di cuori’ di Barbara Karwowska, Napoli.

16344090_10212401122964766_327613249_nUno latte e l’altro caffè. Due elementi che possono unirsi, felicemente, ma tutto dipende da una scelta. Sono le scelte che cambiano le persone, le situazioni, che creano le occasioni.

Uno latte e l’altro caffè. In due tazze differenti. Da lì doveva capire molte cose, forse.

“Magda, mia dolce Magda…” canticchiò lui, il solito motivetto dolce e leggermente stridulo che terminava sempre con il suo fischiettare. Sorrise dall’altra parte del tavolo rotondo di legno della cucina, si alzò toccandosi la cravatta e si avvicinò a Magda per lasciarle un bacio sulla fronte prima di andare a lavoro. Magda lo guardò mentre andava via con la sua giacca grigio scuro e la ventiquattrore.

La ragazza restò sola, seduta al tavolo della cucina al quale mancava il centrino centrale, quello filet regalo della sua amica Barbara, bianco e con uno schema floreale al centro. Si stava asciugando fuori al balcone, guardato a vista dalla fila di piante grasse posizionate lungo la ringhiera, alcune delle quali mostravano bellissimi fiori sgargianti dai petali numerosi e appuntiti. Quell’arte del filet le ricordava sua nonna e il corredo che le fece quando si sposò. Già, il matrimonio. Lei tazzona di caffè con alcune gocce di latte, lui latte con giusto un assaggio di caffè. Forse doveva capire tutto da questo.

RACCONTartIGuardava davanti a sé, pensierosa, inzuppando l’ultimo biscotto. Se lo portò alle labbra per morderlo distrattamente e bevve tutto ciò che restava nella tazza d’un fiato come era solita fare. Magda si alzò e iniziò a preparare i vari indumenti che vendeva alla sua bancarella al mercato rionale e al tocco di un morbidissimo scialle di lana con striature verdi e viola si rese conto che aveva preferito la sicura infelicità del suo matrimonio alla felicità insicura di quell’amore ormai perduto e capì che ogni pentimento e rimpianto era tardivo e inutile. Si alzò per lavare le tazze e posarle sul lavello affinché si asciugassero. Il marito era noioso ma la amava, l’avrebbe sempre protetta, era un porto sicuro e per questo aveva fatto la scelta giusta. Chissà cosa avrebbe significato viaggiare con quell’altro… ma si può viaggiare anche seduti a tavola. Anche se il caffè è in una tazza e il latte in un’altra. Magda scacciò i brutti i pensieri con un movimento lesto della mano davanti alla fronte, un’azione quasi di stizza, prese i borsoni e andò al mercato rionale.

La giornata passò in fretta e le fece bene vedere gente nuova, sorridere. Andarono bene anche gli affari. Ritornò a casa non prima di essere passata al supermercato per la spesa e con le buste ben piene entrò in casa. Appoggiò i sacchetti bianchi sulla tavola e lì si accorse di non aver pulito bene il ripiano, c’era una macchia di latte abbastanza grande sul tavolo. La guardò per alcuni secondi, poi corse in camera.

La valigia era marrone, fatta di fretta ma col necessario. Portò anche pastelli e matite e fogli di carta per i suoi disegni, qualora fosse arrivata l’ispirazione. Il viaggio intorno al mondo poteva farlo anche se lui non c’era più, anche se aveva paura… ma essa è parte integrante del coraggio.

Si pettinò i capelli scuri lasciandoli liberi, affinché il vento potesse accarezzarli. Afferrò la maniglia della valigia.

Pazienza per i surgelati lasciati nelle buste, sul tavolo. Vicino alla macchia di latte.

Emilia Sensale 

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