Disabili e assistenza truffa: sequestrati 740 mila euro, 9 indagati.

 Per cinque anni hanno truffato la Regione. Un comitato di affari composto da due funzionari del Comune di Casoria, due dell’Ambito Napoli n.6 e quattro tra titolare e professionisti della cooperativa di servizi sociali “Fleming” con sede legale ad Acerra e struttura operativa in via Pietro Colletta a Casoria, capaci di incassare un milione di euro. Per i carabinieri, incassato per prestazioni “fantasma” di assistenza domiciliare a disabili e anziani non autosufficienti, residenti a Casoria /Comune capofila dell’Ambito Napoli n.6), Arzano e Casavatore.

Ieri, mercoledì 16 dicembre, i carabinieri della Tenenza di Arzano, diretta dal Tenente Gianni Chessa, hanno sequestrato a questi nove indagati, conti correnti, certificati di deposito e titoli bancari per circa 740 mila euro. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di sequestro disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari Andrea Rovito, su richiesta del Pool di Magistrati della Sezione “Reati contro la Pubblica Amministrazione” della Procura della Repubblica di Napoli.

 Il provvedimento segue di qualche settimana la notifica degli Avvisi di Garanzia, per le stesse persone a cui è stato sequestrato “il tesoretto”, per i reati di truffa aggravata e continuata ai danni dell’Ente Regione Campania, abuso in atti di ufficio e turbativa d’asta.

Gli inquirenti non hanno voluto rendere noti i nomi dei destinatari dei provvedimenti (anche se in Città già si fa il toto indagati) in quanto l’indagine, molto complessa e resa difficoltosa dal solito muro di omertà, potrebbe portare ad ulteriori e clamorosi sviluppi.

C’è nell’aria un tintinnio di manette per questa colossale truffa da contorni finanziari ancora da accertare. Un’indagine che potrebbe scoperchiare la cappa giudiziaria che avvolge Casoria da tanti anni ed anche sul disastrato mondo della Sanità Campana e sul sistema dell’assistenza sanitaria domiciliare.

L’inchiesta è partita verso la fine del 2005. Ai carabinieri della Tenenza di Arzano furono presentate alcune denunce di familiari di anziani e disabili, che dopo mesi dalla richiesta erano ancora in attesa dell’assistenza domiciliare. I militari dell’Arma si sono mossi in un ginepraio di fitta burocrazia sul quale si muoveva la truffa, chi la copriva, come si ottenevano gli appalti, e anche una serie di minacce di morte per funzionari Asl e quelli dell’Ambito Napoli n.6, incaricati del controllo.

(Fonte: IL MATTINO).

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