Dialoghi in Basilica: la partecipazione commossa e accorata della cittadinanza.

Forte e decisa è stata la partecipazione della cittadinanza casoriana al convegno “Dialoghi in Basilica: Combattere l’illegalità per vivere nella legalità” tenutosi  oggi pomeriggio nella Basilica di San Mauro. L’evento, patrocinato dal Club “Enrico Berlinguer” di Casoria, l’Assessorato alla Cultura del nostro Comune e dall’Associazione Libera Contro le mafie,  è un’occasione per ribadire la resistenza e il rifiuto di ogni forma dii illegalità e per tenere viva la memoria delle numerose vittime della criminalità in un territorio purtroppo vessato dalla violenza.

L’incontro si è aperto con i saluti del Preposito della Parrocchia di San Mauro Abate, don Mauro Zurro, alle autorità politiche e militari presenti e ai relatori del convegno. Nel ribadire che la Chiesa è aperta non soltanto per il culto ma soprattutto per manifestare una vicinanza ativa rispetto ai problemi della gente, padre Mauro ha inoltre sottolineato la necessità di giungere ad un nuovo principio di vita: l’educazione ad una coscienza retta. L’intervento di Padre Mauro si chiude con un Appello, necessario, alle Istituzioni affinchè si diano concretamente da fare per migliorare la sicurezza sul territorio (anche attraverso un sistema di videosorveglianza) e che mostrino più attenzione verso le problematiche dei giovani, troppo spesso ridotti senza speranza e senza opportunità per mancanza di lavoro.

 

La parola passa al moderatore del convegno, Giuseppe Storti, il quale evidenzia il grande spessore sociale e il forte impatto simbolico di questo incontro. Storti usa parole sprezzanti per parlare della camorra, che definisce “stracciona e sanguinaria proprio perché sa che sta per essere sconfitta”. Rifacendosi a quanto detto da Padre Zurro, Storti rimarca la necessità di un nuovo principio di vita, che per lui si configura come la ricerca della verità, poiché “ non c’è giustizia senza verità”.

A completare il ciclo di saluti, l’intervento del Sindaco, che parte da una domanda semplice: “ Cosa può fare una persona  per bene contro l’illegalità?”. Sebbene la risposta più immediata sarebbe un laconico e sconfitto “nulla”, la paralisi, l’immobilità rappresenterebbero la vera sconfitta rispetto alla criminalità.  Secondo il Sindaco la presenza consistente della cittadinanza alla manifestazione è un segnale importante per “accendere la speranza ad essere migliori”.

Sulla scorta di quanto detto dal Sindaco, anche l’Assessore Luisa Marro  sottolinea l’importanza della presenza della cittadinanza, del sostegno al convegno, a prescindere dal numero effettivo dei presenti. Si tratta di un feedback collettivo, continua l’Assessore, è il segno che è necessario parlare sempre e comunque di argomenti spinosi come l’illegalità e la criminalità,  per dimostrare che è impossibile negare il potere della parola”. L’Assessore tiene inoltre a precisare che l’incontro in Basilica si inserisce all’ interno di un percorso incentrato sulla legalità portato avanti da tempo dall’Assessorato alla Cultura e all’ Istruzione. Con voce chiaramente commossa, l’Assessore Marro si accinge a leggere i nomi delle vittime innocenti della criminalità, accompagnati dagli applausi sentiti dell’assemblea presente in Basilica.

La commozione continua quando sullo schermo allestito nella navata centrale viene trasmesso il video realizzato dall’ Associazione Libera. Protagonisti del video i ricordi di mogli, figli, sorelle delle vittime, precocemente sottratte alla vita per un banale, tragico errore, per l’agghiacciante e terribile combinazione dell’ora e luogo sbagliato. Stefano Ciaramella, Pino Lotta, Antonio Coppola, Andrea Nollino sono e saranno sempre indimenticati e continueranno a vivere, non solo nel cuore delle proprie famiglie ma nella coscienza di un popolo sempre più desideroso che non si ripetano altre morti assurde.

Accorato ma veemente è l’intervento di Maria Saccardo, referenti della sezione Casoria-Afragola di Libera- Associazione contro le Mafie. “viviamo in un mondo in cui si muore per sbaglio” argomenta la Saccardo, “ma come si fa a togliere la vita per sbaglio? Chi uccide non ha coraggio, è solamente un maledetto vigliacco”.  La referente di Libera lamenta che spesso le famiglie delle vittime della malavita vengono lasciate sole dalle Istituzioni e dalla “gente”, spesso addirittura colpiti dalla maldicenza, quando la verità fatica ad emergere. Libera, invece, vuole mostrare la propria vicinanza a chi rimane, in nome di tre valori cardine: legalità. Verità e giustizia. Maria Saccardo chiude l’intervento con un appello alla collettività: “Ognuno deve fare la sua parte e uscire dal coma etico  in cui siamo caduti. Soli siamo facilmente colpibili, uniti siamo inattaccabili.”

Prende la parola Padre Maurizio Patriciello, meritevole di aver posto l’attenzione dei media e della autorità locali e nazionali sugli effetti dei roghi tossici. Durissime le stoccate del sacerdote contro la camorra che definisce “un albero marcio dalle radici altrettanto cattive”. Padre Maurizio esorta a fare attenzione al terreno paludoso da cui la camorra trae la linfa, sradicare la subcultura dell’illegalità e  convertirci ad un modo di pensare completamente improntato a valori di verità e legalità. Anche per Padre Maurizio la soluzione è nella partecipazione: “Se a chiedere i propri diritti non è il singolo ma il popolo intero, lo Stato non potrà tacere.”

Chiude il convegno Geppino Fiorenza di Libera, che individua quattro valori fondamentali per la lotta contro l’illegalità: concretezza, condivisione, corresponsabilità e continuità. Deciso è il suo monito: “Nessuno restiituirà queste vittime alle proprie famiglie, tuttavia la loro memoria è importante non serve per il semplice ricordo quanto per offrire un esempio a fare la propria parte. La camorra vive dell’indifferenza, dell’omertà, dell’abitudine: ognuno può fare qualcosa per rompere questo schema.”

Alla fine degli interventi chiedono la parola, Rosaria Scialò, moglie di Antonio Coppola, l’edicolante ucciso nel 2010 e la vedova di Pino Lotta, la guardia giurata ucciso mentre era in servizio presso l’Unicredit nel 2010. Entrambe hanno sottolineato la necessità di avere giustizia e la necessità di non essere abbandonati da Stato ed istituzioni.

I Dialoghi in Basilica sono poi culminati in una fiaccolata per le strade cittadine con destinazione Villa Comunale, dove è stato piantato un ulivo in memoria di tutte le vittime innocenti della criminalità- Ai piedi dell’albero si trova una targa commemorativa, realizzata dall’artista Enzo Marino e  dedicata alla memoria dei cittadini casoriani scomparsi prematuramente a causa dell’ illegalità. Denso di significato e di speranza è il monito che si legge sulla targa: “I malvagi tingono di nero la vita, gli onesti la colorano di bellezza”.

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