Debiti Napoli, Taglialatela: no al pignoramento per debiti contratti da altri, non paghino i napoletani

“Non siano i cittadini di Napoli a pagare per i debiti contratti dal Commissario Straordinario dell’Irpinia per il terremoto del 1980, per lavori di ricostruzione affidati  al ‘Consorzio Ricostruzione Otto’. Trovo negativo il mancato coinvolgimento da parte del sindaco De Magistris dei parlamentari napoletani. Noi di Fdi per senso di responsabilità e di giustizia invece non ci sottraiamo alla difesa della nostra città”.

 È quanto dichiara il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Marcello Taglialatela  che domani rivolgerà al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan un question time sull’atto di pignoramento al Comune di Napoli per una somma di 125 milioni di euro.
Il question time sarà visibile, in diretta dalle 15,   su uno dei tre canali della Rai, ancora da stabilire, e comunque sul sito tv web della Camera http://webtv.camera.it/home
            “Le somme richieste al Comune di Napoli – ha osservato –  sono debiti maturati nel periodo in cui il concedente era lo Stato, e l’amministrazione ha più volte richiamato l’attenzione sulla necessità che il Governo si faccia carico del debito per la quota di sua competenza, pari a circa il novanta per cento del totale.
“La crisi di liquidità – ha aggiunto Taglialatela- determinata dalla notifica dell’atto di pignoramento come prima conseguenza ha fatto sì che la tesoreria comunale ha sospeso tutti i pagamenti, compresi quelli per i fornitori, e sono a rischio anche gli stipendi dei dipendenti”.
“Ci auguriamo  per il bene di Napoli e dei napoletani- ha concluso Taglialatela- che il ministro Padoan si adoperi per trovare una soluzione equa e che non penalizzi un’amministrazione non responsabile per ciò che è accaduto”.
         Testo del question time
Al Ministro dell’economia e delle finanze – Per sapere – premesso che:
il 20 dicembre 2016 al Comune di Napoli è stato notificato un atto di pignoramento per un importo di centoventicinque milioni, al quale ha fatto seguito il blocco di tale somma in bilancio mediante l’apposizione del vincolo da parte del tesoriere;
il ricorso proposto dal comune avverso l’atto di pignoramento è stato dichiarato inammissibile in prima istanza lo scorso 9 gennaio, e si è ora in attesa dell’esito dell’udienza fissata per il prossimo 9 febbraio per esaminare l’opposizione dell’ente agli atti esecutivi;
il debito richiesto al comune origina dal mancato pagamento di opere affidate dal Commissariato Straordinario per il terremoto dell’Irpinia, avvenuto nel novembre del 1980, al «Consorzio ricostruzione otto» autore di lavori di ricostruzione in base alla legge 219/1981, spettanze mai pagate né dal Commissario né dalle giunte comunali che si sono susseguite dopo la fine del commissariamento, avvenuto nell’aprile del 1996;
in estate l’amministrazione comunale aveva spiegato che «il consorzio CR8 è titolare di un credito di circa 82 milioni, determinato da una sentenza della Corte di appello che ha confermato un lodo arbitrale del 2003, relativo ad una concessione di lavori di ricostruzione post terremoto ex lege 219/1981, affidata il 31 luglio del 1981 dall’ex commissario straordinario di governo»;
le somme richieste al comune di Napoli sono, quindi, debiti maturati nel periodo in cui il concedente era lo Stato, e l’amministrazione ha più volte richiamato l’attenzione sulla necessità che il Governo si faccia carico del debito per la quota di sua competenza, pari a circa il novanta per cento del totale;
la crisi di liquidità determinata dalla notifica dell’atto di pignoramento come prima conseguenza ha fatto sì che la tesoreria comunale ha sospeso tutti i pagamenti, compresi quelli per i fornitori, e sono a rischio anche gli stipendi dei dipendenti -:
quali iniziative urgenti intenda assumere con riferimento alla problematica di cui in premessa, corrispondendo la parte del debito imputabile allo Stato al fine di evitare un ulteriore dissesto finanziario del Comune di Napoli e le ovvie ripercussioni negative che ne conseguirebbero

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