DA DIFENSORI DELLA CITTA’ A DIFENSORI DEI LORO DIRITTI

Questa che state per leggere è la storia di cinque persone che lavorano o meglio lavoravano a tempo determinato come agenti di Polizia Locale per la città di Casoria.

Tutto iniziò così:

Quando cadde la Giunta De Rosa , l’allora Commissario Prefettizio del Comune, considerata la grave carenza di organico nel settore della Polizia Municipale, che tutt’oggi persiste, assunse in due diverse tranche del personale risultato idoneo ad un concorso dello stesso profilo professionale indetto dal comune di Giugliano in Campania. Tra il personale scelto si citano i nomi di cinque persone che da più di tre anni sono in balia di “se” e “ma”: Elisa Capasso, Leonardo Cecere, Maria Ausanio, Antonio De Riso e Luigi De Michele. Costoro sono stati inizialmente assunti previo contratto della durata di 5 mesi, alla scadenza dei quali si sono ritrovati

disoccupati per circa un mese fino a quando gli hanno permesso di riprendere servizio nell’agosto 2008 grazie a contratti semestrali che da allora si sono susseguiti senza assunzione continua fino a dicembre 2010.

 

Essendo ormai al servizio della città da 34 mesi, i cinque hanno sperato di poter essere assunti a tempo indeterminato potendo così portare avanti questo lavoro con  la stessa passione e dedizione sempre dimostrata.

E invece no.

Dopo sei mesi di disoccupazione,dopo varie lotte, preghiere e innumerevoli pellegrinaggi al Comune, caduta la vecchia Giunta, il nuovo Commissario li ha  nuovamente assunti per altri due mesi.

A cosa sono serviti in realtà?  A concedere un altro barlume di speranza a queste cinque persone e a fargli raggiungere 36 mesi di lavoro dopo i quali non  si può più prestare servizio nemmeno a tempo indeterminato.

La soluzione? Assumerli a tempo determinato, ma così non è stato tant’è vero che alla scadenza degli ultimi due mesi gli è stato riferito che i loro servigi non erano più necessari e una loro ulteriore assunzione inopportuna.

Così si sono ritrovati senza un lavoro, senza un grazie, né un perché, proprio loro che non si sono mai tirati indietro , che sono sempre stati disponibili al costo di sacrificare vacanze o week-end con la  famiglia, che non hanno mai saltato un giorno di lavoro richiedendo ferie o fingendo false malattie, che hanno seguito numerosi corsi di aggiornamento per migliorare ulteriormente le loro prestazioni, loro che potevano essere considerati agenti di Polizia a tutti gli effetti perché anche senza essere in possesso dell’arma sfidavano il pericolo e difendevano il quartiere dai malviventi.

Vi chiederete: sarà un problema di fondi. E invece no, nemmeno quello è il problema tanto e vero che i suddetti signori potevano riprendere a lavorare sia grazie ai  proventi della 208, i proventi dei verbali sia grazie al fatto che la spesa del personale non aveva superato il 35% della spesa corrente.

Il risultato? Oggi ci sono 5 persone oneste, padri e madri di famiglia, senza un lavoro che possa permettere loro e ai loro figli una vita più serena.

Alessia Fraiese

 

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