Conosciamo il ruolo e il lavoro del procuratore sportivo con Giuseppe Matacena!

L’avvocato Giuseppe Matacena è uno dei nuovi volti emergenti nel settore giuridico-sportivo. Giovanissimo, con tanta passione per il suo lavoro e per il mondo del calcio, sta cimentandosi con professionalità e dedizione nel ruolo del procuratore dei calciatori, un mestiere che – come spiegherà lui stesso più in avanti – è molto importante per la cura dei diritti e delle stipulazioni contrattuali ed è caratterizzato anche da una particolare fase iniziale, con un monitoraggio e una fitta rete di relazioni propedeutici per il futuro. Oltre che fargli un grosso in bocca al lupo per tutto ciò che gli compete, noi di Casoria2 gli abbiamo proposto una breve intervista proprio per capire le sue competenze e per conoscere al meglio la figura del procuratore sportivo.

Quando ha iniziato a lavorare in questo settore e cosa l’ha spinta a voler emergere in questo mondo?

“Ho iniziato davvero da poco. Sono iscritto all’albo degli avvocati dal 2010 e dopo la laurea ho iniziato quasi subito a muovermi nel mondo dello sport. Sono in questo campo da circa quattro anni: poco tempo quindi, ma con la passione che ho, sia per il calcio che in ambito giuridico, conto di proseguire questo percorso per moltissimo tempo. È proprio questo l’input che mi muove e mi spinge!”.

Lei collabora con Enzo Raiola giusto?

“Esattamente. Sono nel suo entourage per quanto riguarda la gestione a 360 gradi dei ragazzini. È il cugino del più famoso Mino, procuratore di grandi calciatori a livello mondiale!”.

È molto vicino anche alla Scuola Calcio azzurri. Ci può parlare di questo rapporto e un po’ della società stessa?

“Sono un grande amico di Stefano Cirillo, il responsabile di questa società di Torre Annunziata. È davvero una fantastica organizzazione e lo dimostrano anche i risultati che ha ottenuto e sta tuttora ottenendo! Proprio per questo noi del gruppo Raiola la consideriamo come centro pilota per il nostro lavoro. Ci sono molti ragazzi che potranno emergere nel corso degli anni!”.

Lei gira anche sui campi come talent scout per scoprire qualche promettente promessa del pallone?

“Prima lo facevo più spesso, ultimamente no. Mi sono limitato parecchio su questo compito…”.

Trattiamo ora, più precisamente, del ruolo dl procuratore sportivo: di cosa si occupa e come svolge il suo lavoro?

“Si tratta di gestire pratiche legali, assicurare al proprio assistito professionalità attraverso le proprie conoscenze nel settore e garantirgli contrattazioni che rispondano alle sue esigenze, sia che siano offerte di tesseramento in un club o pubblicitarie. Da tener presente, però, che per legge un avvocato non può prendere in procura ragazzi che abbiano un’età inferiore ai sedici anni. Di conseguenza, è tutto un lavoro futuristico, nel senso che si creano le basi per stringere rapporti e legami propedeutici alle stipule che avverranno più in là nel tempo, quando i probabili assistiti avranno la giusta età. Visionare e individuare i giovani talenti e poi conoscere i genitori che li tutelano sono i primi passi essenziali ma di grande funzionalità per costruire il futuro di questa occupazione”.

E dopo aver trovato chi assistere col proprio lavoro, anche se si tratta di giovani promesse non ancora dell’età giusta, cosa fa il procuratore?

“C’è da fare una differenza in questo caso: per quanto concerne alla Federazione Calcio, si fanno firmare tutti i documenti federali, alla Federazione stessa viene spedito ovviamente quanto dovuto con la direttiva di far recapitare anche con caduta semestralmente alcune relazioni inerenti all’andamento disciplinare e alla crescita psico-tecnica dell’assistito; in ambito civilistico, invece, tutto ciò non c’è perché la contrattazione si può fare anche dopo il compimento dei sedici anni d’età e non c’è nessun obbligo delle varie documentazioni dette prima. In questo caso, è un normale contratto di mandato coadiuvato dall’avvallo dei genitori”.

Le società sportive in Campania, le scuole calcio soprattutto, le sembrano idonee per far crescere al meglio i ragazzi?

“Molte lo sono e sono strutturate molto bene, garantendo al giovane atleta competenza ginnica e tecnica. Certo però danno le basi, soprattutto disciplinari. Quello che fa crescere davvero i ragazzi sono le attività agonistiche a livello professionistico”.

Progetti futuri e quale sarebbe il suo sogno?

“Beh, per adesso si lavora sodo e si vive il momento. Certo, si pensa sempre al meglio e di riuscire a raggiungere ottimi livelli. Spero di affermarmi sempre più e magari di diventare un nome importante in questo settore!”.

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