Arpino. Ci hanno tolto il diritto di respirare!

La stagione estiva è alle porte. Le casalinghe più indaffarate spalancano le finestre e si accingono ad eseguire il sudatissimo cambio di stagione; le trapunte invernali facciano largo a capi d’abbigliamento dai tessuti colorati e traspiranti. Le cucine sono riempite dai profumi di frutta ed altre prelibatezze di stagione. Gli studenti  si dividono tra coloro che,  stremati dalle ultime interrogazioni, se ne fuggono in spiaggia appena possibile e quelli che, invece, patiscono ancora un altro pochino dovendo resistere per lo sprint finale del tanto temuto esame di stato. I lavoratori imperterriti attendono le ferie e chi proprio in ferie non ci va, attende impaziente il fine settimana per una gita fuori porta. Uno scenario usuale, quasi banale al quale sfugge la manciata abbandonata degli abitanti della frazione di Arpino, sempre più marcatamente emblema di una Casoria di serie C. Questi ultimi, infatti, vivono una realtà parallela : tappati in casa a causa del cattivo odore. Già perché nelle immediate vicinanze delle loro abitazioni qualcuno ha pensato bene di collocare un  parcheggio- deposito di mezzi pesanti e, subito dopo uno spiazzale adibito a sede dell’autoparco di Casoria ambiente. Inutili ed inascoltate le lamentele degli utenti che sono per la maggior parte del tempo costretti a respirare i maleodoranti e nocivi gas di scarico nonché le esalazioni della spazzatura dei camioncini lì accanto parcheggiati. Le domande sorgono spontanee: cosa accadrà con l’incremento del caldo? Che fine hanno fatto i buoni propositi di “miglioramento della vivibilità urbana”? Qualcuno parla di sua maestà il cittadino, contentino ridicolo per chi ci vuole credere. La realtà è un’altra: in un’epoca di comizi elettorali, piazze piene e diritti vacanti, c’è ancora chi è costretto a reclamare la propria possibilità di respirare.

 

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