49 anni dalla scomparsa di Totò

Quasi mezzo secolo è trascorso dalla scomparsa di Antonio De Curtis, il “principe della risata” meglio conosciuto come Totò. Stroncato da un infarto all’età di 69 anni nel lontano 15 aprile 1967, egli fu pianto con immenso dolore da tutta Italia, tanto da ricevere tre funerali, uno nella capitale in cui viveva, uno a Napoli, e uno simbolico nel Rione Sanità, il suo quartiere.

Figura iconica del teatro italiano, e ancor di più di quello napoletano, il suo ricordo viene custodito nella mente e nel cuore di coloro che l’hanno conosciuto dal vivo, ma anche in quelli dei più giovani che non ne hanno avuto la possibilità. Tanti i tributi dedicati a questo grande personaggio: diverse statue (Vomero, Roma, Casalnuovo), parchi (Bagnoli, Formia), scuole (Casavatore, Roma, Ercolano, Bari, Aversa), piazze (Monghidoro, Cuneo, Rimini), vie (Caserta, Portici).
Nonostante però il legame che i napoletani abbiano con Totò, nella città vi è solo un vicolo che lo ricorda, nei pressi dell’orto botanico. In previsione del 50° anno dalla sua morte si spera però in una celebrazione degna di quello che non è stato solo un attore, ma anche poeta, cantante: l’organizzazione per tale evento dovrebbe già essere pianificata a dovere a partire da questi mesi, stabilendo come fulcro della commemorazione il Museo nel Palazzo dello Spagnuolo ormai chiuso da tempo, che dovrebbe però aprire nel giro di qualche mese a detta dell’assessore comunale Piscopo in Consiglio regionale.
Per Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, “Napoli non ha ancora dato a Totò tutto quel che merita”, e “quando i Verdi torneranno ad essere protagonisti nell’Amministrazione comunale napoletana chiederemo al sindaco De Magistris di ricordare degnamente Totò e tutti gli altri napoletani che hanno portato lo spirito e la cultura napolitani in Italia e nel Mondo”.

 

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